Formazione professionale, orientamento e avvio al lavoro al centro di una strategia promossa congiuntamente dall’assessorato regionale Politiche per il lavoro, Formazione professionale, dal tribunale di sorveglianza, dagli istituti penitenziari di Reggio Calabria Giuseppe Panzera, la casa circondariale Filippo Salsone di Palmi e la casa circondariale di Locri, l’istituto a custodia attenuata Luigi Daga di Laureana di Borrello, dall’ufficio distrettuale di Esecuzione penale esterna, dal Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

Una strategia da perseguire con la partecipazione essenziale di Confindustria, Ance, Fai, l’ordine dei Consulenti del lavoro, centro per l’impiego di Reggio Calabria, Arpal – Azienda Calabria Lavoro, l’ente Scuola edile Formazione e Sicurezza di Reggio Calabria.

In prefettura, dove ha sede la cabina di regia, ieri mattina illustrati i primi passi compiuti.

«Presentiamo oggi il protocollo, firmato lo scorso novembre – ha spiegato il prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro – unitamente, ai primi risultati concreti. Profilati i primi 30 individui che adesso gradualmente saranno avviati al lavoro. Già per nove di loro è iniziata la fase di tirocinio. L’iter inizia con l‘individuazione delle persone detenute che hanno i requisiti giuridici per partecipare ai tirocini ed essere poi inseriti nel mondo del lavoro.

I loro profili vengono forniti dagli stessi istituti penitenziari. I centri per l’Impiego, poi, favoriscono l’incontro tra offerta e domanda di lavoro. In questo momento soltanto nel mondo dell’edilizia ci sono aziende che chiedono manodopera. Puntiamo ad estendere l’attività anche ad altre realtà lavorative. Dunque non soltanto formazione e tirocinio, ma anche la possibilità di mettere a frutto quell’esperienza nel mondo del lavoro, obiettivo principale del protocollo», ha concluso il prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro.