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Dopo la festa della Rottura (ʿīd al-fiṭr), al termine del mese sacro del Ramadan lo scorso aprile, la comunità musulmana celebra in questi giorni anche la festa del Sacrificio (Aïd al-Adha). Un appuntamento molto atteso e sentito, onorato anche dalla popolosa comunità di Reggio Calabria.
La Festa del Sacrificio rievoca la storia raccontata nel Corano del profeta Ibrahim che, rimessosi completamente alla volonta di Dio, in totale obbedienza era pronto a sacrificare il figlio a Dio Ismaele. All’atto di farlo la sua mano fu fermata dall’angelo e il sacrificio rituale fu invece quello di un montone. Per i musulmani è, dunque, una festa di fede e obbedienza a Dio.
Essa ricade nella seconda settimana del mese lunare del Dhul Hijja, dodicesimo e ultimo del calendario islamico e «coincide con l’ultimo giorno del pellegrinaggio alla Mecca (uno dei cinque pilastri dell’Islam), che ogni musulmano deve compiere almeno una volta nella vita». È quanto spiega Hassan El Mazi, presidente del Centro culturale islamico di Reggio Calabria.
Una preghiera universale e interreligiosa
«Ci siamo ritrovati ieri mattina per la prima preghiera nell’ampio spazio del campo dell’Hinterreggio sul viale Messina. Dopo il momento di raccoglimento spirituale, i montoni acquistati presso le macellerie sono stati al centro in un momento di gioiosa convivialità in famiglia. Il montone è stato condiviso con le famiglie in difficoltà. Qui a Reggio è arrivato un migliaio di fratelli e sorelle residenti tra Villa San Giovanni e Pellaro. Altri luoghi a Roghudi, Locri, Gioia Tauro, Rizziconi, Polistena hanno accolto altri gruppi residenti nelle varie aree della provincia reggina. In essa risiedono circa 4500 persone di religione musulmana.
La nostra preghiera è stata ancora una volta per la pace e per la fine di ogni guerra. Abbiamo pregato per i nostri fratelli e per le nostre sorelle musulmane che stanno celebrando questo momento importante per l’Islam sotto le macerie. Abbiamo molto gradito gli auguri dell’arcidiocesi di Reggio – Bova attraverso la visita ieri di don Nino Pangallo, direttore del seminario Pio XI, e del diacono Mario Casile, direttore dell’ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso», racconta ancora Hassan El Mazi, presidente del Centro culturale islamico di Reggio Calabria.
La presenza della comunità musulmana nel reggino arricchisce il nostro territorio anche di queste tradizioni religiose che spesso, come in questo caso, richiamano anche quelle cristiane. Nella tradizione ebraica e cristiana, Abramo è, infatti, chiamato a sacrificare il figlio Isacco. Anche lui è fermato dall’angelo dopo la prova di estrema obbedienza.

