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La Calabria registra un trend in crescita negativo. Ad evidenziarlo è stata la relazione annuale dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere nell’anno 2023/24. Nel primo effettivo anno dalla costituzione dell’Osservatorio l’obiettivo primario è stato quello dell’eliminazione della sottocultura violenta, espressione di disuguaglianze strutturali, di stereotipi di genere, di un flop redistributivo economico nei tempi di lavoro e di cura tra uomini e donne, di un’organizzazione patriarcale della società.
Si è cercato di concretizzare delle sempre più crescenti e mirate tutele per le donne tentando di porre delle coordinate idonee a tessere delle reti sociali volte a costruire un welfare efficace atto ad offrire validi ed idonei strumenti che possano garantire alle stesse il raggiungimento di una autonomia finanziaria ed abitativa tale da consentire loro la repentina fuoriuscita dalla spirale della violenza.
Il gruppo monitoraggio ha rilevato che il fenomeno in Calabria è privo di un sistema di rilevazione regionale, è, pertanto, ha dovuto concentrare l’analisi sui dati i dati forniti a livello. Il lavoro svolto ha evidenziato sul piano nazionale sia una carenza di metodo che di merito sulla raccolta dati. I dati forniti dal SAC mancano di indicare sia l’autore che il movente della violenza. Per cui non si evince con chiarezza all’interno dei “reati spia” esaminati, per esempio, quali di questi reati siano perpetrati da un uomo contro una donna e se la violenza riguarda una violenza di genere o no.
I dati dell’ISTAT sugli accessi ospedalieri, per stessa ammissione dell’ISTAT, risentono della scarsa formazione degli operatori nel rilevare la violenza di genere; inoltre, anche i dati ISTAT sono carenti per l’individuazione dell’autore e per il movente della violenza. In più i dati relativi alla Calabria pare non siano stati considerati.
La coordinatrice dell’osservatorio Giusy Pino ha descritto un percorso annuale, ponendo a tutti la necessità su fatti drammatici accaduti e che stanno accadendo in Italia nei confronti delle donne.
«Dall’ inizio del 2025 già ben 14 femminicidi una percentuale inferiore rispetto ai 20 femminicidi che nello stesso periodo del Italia un notevole aumento degli ammonimenti, adottati dal questore ( + 91%) che sono stati 8.602 rispetto ai 4.498 del 2023 ed in particolare, nel 2024 sono stati emessi 2.746 ammonimenti per stalking o revenge porn e 5.858 per violenza domestica.
A dimostrazione che la libertà e la dignità della donna vengono costantemente calpestate e represse con violenza, una violenza che mira a privarle dei loro diritti sociali e culturali e a soffocare le loro aspirazioni future. Come monitorato da anni ormai, la cronaca ci fotografa e documenta l’uccisione di una donna quasi ogni tre giorni, numeri che non tendono a cambiare negli anni segno che non hanno avuto effetto leggi e politiche messe in atto. Quest’anno sono stati almeno tre i casi in cui il mancato funzionamento del braccialetto elettronico ha portato alla morte altrettante donne.
Sono aumentate le vittime oltre i 65 anni, sono di più le figlie uccise all’interno di stragi familiari o come vittime collaterali di una violenza orientata a colpire la coniuge o l’ex partner. Aumentano le vittime straniere, ma diminuiscono gli autori di femminicidio di nazionalità non italiana. II 45,8% dei femminicidi con vittime straniere sono commessi da autori italiani, solo nel 4% dei casi, 3 vittime in valori assoluti, le vittime di femminicidio italiane sono state uccise da uno straniero. In Italia solo 1′ 11% delle donne che subiscono violenza denuncia l’accaduto, di queste quasi il 40% non parla con nessuno di quello che ha subito, spesso per vergogna o anche perché le situazioni vissute sono ritenute normalità dati del Ministero degli Interni».
Il fenomeno della violenza sulle donne non tende a diminuire nella nostra società perchè quasi ogni giorno, ormai, abbiamo notizie di fatti incresciosi e drammatici che accompagnano la nostra quotidianità.
Tutto ciò ci fa comprendere quanto sia assolutamente indispensabile tener alta l’attenzione su questa problematica così drammatica, occorre continuare costantemente a sensibilizzare l’opinione pubblica con una particolare attenzione rivolta alla fascia giovanile.
«La Calabria ha lo 0,33% di femminicidi in più rispetto al resto d’Italia. Anche se non sono dei dati spaventosi – ha detto la Pino – soltanto una donna uccisa per mano di un uomo e per l’appartenenza al suo genere può essere una cosa che fa venire i brividi perché non deve accadere. Purtroppo la regione Calabria ha questo brutto primato. Un altro dato che non abbiamo letto positivamente è quello relativo alle denunce di maltrattamenti in famiglia e di manifestazioni reati spia legati alla violenza di genere nelle province di vibo e di Crotone dove si sono registrati nel 2023 un calo delle denunce».
Lucia Lipari componente dell’osservatorio della Regione Calabria sulla violenza di genere ha posto l’accento su un protocollo stilato con l’Aterp per consegnare in via provvisoria gli alloggi di edilizia Popolare alle donne vittime di violenza di genere. «Si è istituita la cabina di regia proprio per poter consentire a queste donne di ottenere con un alloggio in via provvisoria e sostenerle appunto nel percorso di fuoriuscita dalla spirale violenta e quindi in termini di empowerment favorire l’autonomia della donna. Tra gli obiettivi che ci siamo prefissati esiste sicuramente quello di consentire alle donne alle madri con i propri figli di costruirsi un avvenire differente».