«Il caso del pollo servito crudo nella mensa scolastica di qualche giorno fa ha destato molta preoccupazione tra i genitori che usufruiscono del servizio di ristorazione scolastica per i loro bambini. Durante la mia esperienza come tecnologo alimentare – si legge in una nota diffusa da Antonio Paolillo –  posso affermare che la mancata cottura di un alimento è, di per se, un fatto abbastanza raro perché si presuppone che il personale addetto alla preparazione dei pasti all’interno del centro cottura debba, obbligatoriamente per legge, misurare con un termometro a sonda e registrare su apposita scheda di autocontrollo la temperatura rilevata al cuore del prodotto.

Tra l’altro prima della fase di confezionamento e trasporto il personale addetto ha il compito-dovere di controllare i pasti uno per uno prima della loro chiusura per poi essere trasportati a destinazione in questo caso al refettorio scolastico. Il consumo di pollo crudo è rischioso perché può causare gravi intossicazioni alimentari dovute alla presenza di batteri come Salmonella e Campylobacter.

Questi batteri – conrinua Paolillo – possono provocare sintomi quali diarrea, vomito, crampi addominali e febbre. Nei casi più gravi, le infezioni possono portare a complicazioni severe come la sindrome di Guillain-Barré o la morte. Proprio a luglio di quest’anno si sono registrati casi di infezione da Campylobacter con conseguenti ricoveri presso il Policlinico San Martino di Genova, tutti riconducibili al consumo di pollo poco cotto o crudo durante grigliate estive. Il rischio zero, purtroppo, non è mai raggiungibile al 100% ma le vigenti leggi e regolamenti europei in materia di sicurezza alimentare non transigono errori o disattenzioni da parte degli operatori del settore alimentare.

Fanno benissimo i genitori a segnalare disfunzioni o non conformità durante il servizio di refezione scolastica anche se questo compito spetta alla commissione mensa che è un organo di controllo composto da genitori, docenti e rappresentanti del comune, che vigila sulla qualità e l'efficacia del servizio di refezione scolastica. I suoi compiti includono il monitoraggio dell'igiene, la verifica della qualità dei cibi e la valutazione della soddisfazione degli studenti, agendo da tramite tra le famiglie e i gestori del servizio per garantire che il servizio sia conforme al contratto e alle esigenze dei bambini. Il mio consiglio rivolto ai genitori (cui la preoccupazione è più che giustificata) e agli insegnanti addetti al controllo durante il consumo del pasto dai ragazzi è, in caso di “anomalie” inviare reclami formali scritti, che documentino i problemi e siano il più possibile dettagliati.

Gli insegnanti in questo caso avrebbero dovuto fotografare il pasto in questione (in questo caso il pollo poco cotto) oppure conservare il pasto e chiamare subito il Comune e gli organi preposti al controllo ASP o NAS. E’ bene ricordare che la mensa scolastica è un momento importante per l'educazione alimentare, il benessere fisico e lo sviluppo sociale degli studenti.

Offrire pasti equilibrati per garantire un'alimentazione sana, favorisce l'apprendimento di abitudini corrette e offre un'occasione per socializzare e rispettare regole di comportamento a tavola. Per le famiglie – conclude Paolillo, rappresenta un supporto concreto, soprattutto quelle che praticano il tempo pieno riponendo la massima fiducia nel Comune che dovrebbe essere il garante affinché il servizio possa essere svolto nel migliore dei modi».