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La foto postata dalla Gelateria Cesare ha fatto rapidamente il giro dei social, generando un acceso dibattito che, purtroppo, ha oltrepassato i confini del buonsenso. Non entriamo nel merito della scelta né della figura ritratta nell’immagine, e abbiamo volutamente atteso la fine del silenzio elettorale proprio per evitare che una riflessione equilibrata potesse essere travisata o politicizzata.
Quel che va detto, però, è che la Gelateria Cesare, storicamente e da generazioni, rappresenta un’eccellenza di Reggio Calabria nel mondo. La pubblicazione di una foto — checché se ne dica — rientra in una strategia di marketing comune a moltissime attività commerciali, che spesso si affidano alla visibilità di personaggi pubblici nazionali, a prescindere dall’appartenenza politica.
Si può discutere sulla tempistica? Certamente. Ma scivolare nell’odio gratuito, nell’insulto sistematico e nella demonizzazione a priori, rischia solo di dar ragione a quel celebre pensiero di Umberto Eco, che ammoniva sui pericoli di una “legione di imbecilli” amplificata dai social.
Eppure, non serve scomodare Eco: basta un pizzico di buonsenso per capire che, nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli. E in questo caso, parlare della Gelateria Cesare dovrebbe significare raccontare una storia di qualità, impegno e tradizione. Un marchio che non ha bisogno di bandiere per affermarsi — semmai, è il contrario.
Il nostro invito, dunque, è semplice: lasciate da parte la cattiveria e curate l’amarezza con un po’ di dolcezza. Davide e la famiglia De Stefano saranno felici, come sempre, di accogliervi con un sorriso e le loro specialità. E forse, solo lasciando spazio alla ragione e al rispetto reciproco, riusciremo a uscire da questa spirale d’odio che non giova a nessuno.