In una stagione intensa, senza pause né ferie, la Guardia di Finanza traccia un bilancio delle attività condotte nel Reggino con le operazioni più rilevanti: dall’aggressione ai patrimoni illeciti alla lotta al traffico internazionale di cocaina che attraversa il porto di Gioia Tauro, infrastruttura strategica ma da sempre esposta alle mire della criminalità organizzata
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Dopo mesi di attività senza sosta, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Colonnello Agostino Tortora, delinea i risultati più significativi ottenuti dal Corpo. Alla domanda sui punti chiave dell’ultimo periodo operativo, Tortora sintetizza così il lavoro svolto: «Noi abbiamo cercato soprattutto di individuare e aggredire le cosiddette tesaurizzazioni illecite, in patrimoni e ricchezze indebitamente accumulate dalla criminalità comune e dalla criminalità organizzata.»
Un impegno che ha riguardato in modo particolare l’aggressione ai patrimoni, considerata una delle armi più efficaci contro le strutture economiche delle cosche. Il Comandante prosegue evidenziando la seconda grande direttrice d’azione: «E poi abbiamo cercato di reprimere uno dei traffici maggiormente presenti qua in Calabria, in particolare al porto di Gioia Tauro, ovverosia il traffico internazionale di coca-cola.»
Il riferimento è ovviamente al traffico di cocaina, fenomeno transnazionale che vede la Calabria come crocevia naturale, con il porto di Gioia Tauro al centro delle dinamiche criminali. Tortora sottolinea l’importanza strategica di questa infrastruttura: «Il porto di Gioia Tauro è il porto più importante del Mediterraneo. È l'ottavo porto per importanza in Europa ed è un porto davvero unico, perché è un porto artificiale. È l'unico che ha una profondità di 18 metri e quindi può ricevere le navi porta-container più grandi, anche navi di 400 metri».
Una struttura che potrebbe rappresentare un volano economico straordinario per il territorio, ma che convive con un problema storico: «Purtroppo però, insieme alle attività legali e alle merci che regolarmente vengono trasbordate a Gioia Tauro, arriva anche tanta droga».
Il Comandante si riferisce – come già accennato – alla “coca”, la cocaina che i traffici illeciti cercano di far transitare attraverso i container del porto. Nonostante questo scenario, l’azione della Guardia di Finanza ha contribuito in modo decisivo a “liberare” l’infrastruttura dalle pressioni criminali, restituendole potenzialità e credibilità: «Invece voi avete dato un'impronta importante anche per liberare da queste maglie dell’assalto, perché in realtà potrebbe essere un’attività economica importante per il rilancio di questa terra.»
L’intervista conferma un anno di impegno straordinario per il Corpo, impegnato nel difendere la legalità e proteggere uno dei principali snodi economici del Mediterraneo.

