C’è un’aria nuova che soffia tra le terrazze di Altafiumara. Un’aria che sa di storie, visioni, possibilità. Il Polo Culturale che anima questa suggestiva porzione di costa calabrese non è più solo un luogo di ospitalità, ma un laboratorio vivo in cui la cultura si respira, si condivide, si produce.
Lo dimostra l’entusiasmo con cui il pubblico ha accolto, ad esempio, “Cercando Itaca”, il docufilm presentato in anteprima nazionale proprio all’interno del Resort: un viaggio onirico e identitario attraverso la Calabria del mito, capace di intrecciare paesaggio, racconto e memoria.

Ma il film è solo una tappa – simbolica – di un percorso più ampio: quello che vede Altafiumara diventare protagonista e non semplice contenitore della rinascita culturale di questo territorio. In un Sud spesso raccontato per assenza, Altafiumara sceglie di esistere per presenza, mettendo in rete visioni, professionalità e passione.

Un polo culturale nato da una visione condivisa

A costruire questa trasformazione non è stato un singolo gesto, ma un’idea maturata nel tempo, condivisa e coltivata. Altafiumara si è trasformata da resort di eccellenza in qualcosa di più profondo: un presidio culturale stabile, che parla con la voce di chi abita e ama questo territorio.

«Vogliamo essere un polmone vero e proprio, da cui respirare aria culturale», spiega Gaetano Bevacqua, supervisor del Resort e tra i protagonisti del percorso che ha portato alla nascita del Polo Culturale. Il suo sguardo è radicato nella terra ma aperto al mondo. Chi lo conosce, racconta un approccio instancabile e inclusivo, sempre orientato a costruire. «Chi mi conosce sa che dove ho messo le mani ho sempre cercato di arrivare fino in fondo, ma non l’ho fatto da solo: tutto questo è stato possibile solo grazie a chi mi ha supportato».

Il riferimento è chiaro: attorno a quest’idea si è raccolta una squadra vera, fondata sulla condivisione e sull’assenza di rivalità. Al centro, anche la figura dello chef Antonio Battaglia, descritto dallo stesso Bevacqua come l’innesco del progetto: «All’inizio è stata una sua intuizione. Poi l’abbiamo fatta nostra e piano piano è diventata qualcosa che ci stimola in ogni evento che organizziamo».

La sinergia tra professionalità diverse ha reso possibile ciò che oggi Altafiumara rappresenta: non un contenitore passivo di eventi, ma un luogo che genera cultura, la ospita e la rende visibile. Una visione confermata anche da Elisabetta Marcianò, manager culturale del Polo: «Altafiumara continua la sua missione all’insegna della cultura, promuovendo eventi di qualità e facendosi portavoce del territorio.

Supervisor Gaetano Bevacqua e lo chef Antonio Battaglia stanno portando avanti, perdonatemi il gioco di parole, una vera e propria battaglia per la cultura».
In questo percorso si inserisce l’esperienza di Cercando Itaca, docufilm presentato in anteprima nazionale lo scorso 31 marzo proprio al Polo Culturale, davanti a un pubblico eterogeneo e partecipe. Un lavoro che ha messo in scena, in chiave poetica e onirica, la Calabria del mito e dello Stretto, confermando la vocazione del luogo a farsi anche spazio di visione, narrazione e memoria.

Un racconto che nasce dallo Stretto

Cercando Itaca è un film che non solo racconta la Calabria, ma la attraversa. La guarda dal suo ventre liquido, lo Stretto, e la trasfigura in simbolo. È qui che si radica la forza narrativa del Polo Culturale: non si limita a ospitare il cinema, ma diventa parte della sua costruzione.
«Appena arrivano qui, i turisti rimangono incantati. A volte ci preoccupiamo, perché non sappiamo se vogliono più andare via», racconta Bevacqua con ironia affettuosa. «È un posto talmente suggestivo che non ci si può non innamorare a prima vista. E chi va via, se lo porta nel cuore per sempre».

Altafiumara è esperienza sensoriale, immersione narrativa, è luogo in cui la bellezza si sedimenta e si racconta. Lo chef Antonio Battaglia, con il suo parlare immediato e sincero, lo conferma: «Il nostro impegno è nello sviluppo e nella specializzazione del territorio».

La visione che guarda avanti

Chi oggi attraversa Altafiumara coglie un’identità in fermento. Non c’è improvvisazione, ma una progettazione accurata che lavora sul tempo lungo, sulla costruzione di senso. E anche se non tutto può ancora essere svelato, i prossimi mesi si preannunciano intensi.

«In pentola bolle davvero tanto», confida Bevacqua, senza sbottonarsi troppo. «Abbiamo programmato un’estate molto interessante, che racconteremo per gradi. Ma ci stiamo lavorando con impegno, giorno dopo giorno». La riservatezza, in questo caso, non è un freno: è parte di una strategia che lascia maturare le idee, protegge la qualità, preserva il senso delle cose.

Anche lo chef Battaglia conferma che il lavoro è già iniziato: «Siamo in piena programmazione della stagione culturale invernale. Ogni iniziativa che costruiamo è legata a un’idea precisa di sviluppo. Non raccogliamo solo eventi: creiamo percorsi, apriamo visioni».

Cultura, in questo contesto, significa costruzione di relazioni, progettualità, visione collettiva. Non si tratta di riempire un calendario, ma di offrire esperienze trasformative, in cui chi arriva qui non è solo spettatore, ma parte attiva di un processo più ampio. Ed è anche per questo che Altafiumara non rincorre l’ospite: lo invita, lo accoglie e lo mette in dialogo con un territorio che ha molto da dire.

Un luogo che respira cultura

In fondo, tutto torna all’immagine iniziale: un polmone culturale, un organismo vivo che respira insieme al suo territorio. Altafiumara oggi non è solo una cornice, ma una presenza. Non ospita semplicemente eventi, li concepisce, li plasma, li fa accadere.

«È una battaglia per la cultura», ha detto Elisabetta Marcianò. E in questa battaglia non c’è retorica, ma cura. C’è la convinzione che la Calabria meriti di essere raccontata con onestà e bellezza, e che ogni gesto culturale, anche il più piccolo, sia un atto politico.

Chi passa da Altafiumara se ne accorge. Non per i titoli o per le insegne, ma per quello che sente. Un respiro diverso. Un’aria che sa di possibilità. E che da questa terra, finalmente, comincia a salire.