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Il futuro del Ponte sullo Stretto di Messina è ancora incerto. Nonostante l’entusiasmo del Governo e l’annuncio dell’approvazione definitiva del progetto, manca ancora la registrazione della delibera Cipess da parte della Corte dei Conti, un passaggio fondamentale per l’avvio dei cantieri.
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato che «nulla è scontato» ma ha ribadito che «l’obiettivo è partire tra settembre e ottobre», definendo il ponte come «un simbolo di speranza per il Sud».
Intanto, l’atto aggiuntivo al contratto tra la Società Stretto di Messina e il contraente generale Eurolink, firmato nei giorni scorsi, introduce un sistema di penali pesanti: in caso di blocco dei lavori per responsabilità pubblica o recesso unilaterale, è prevista una penale fino al 5% del valore dei lavori non eseguiti, con tetto massimo ai 4/5 del contratto. Un importo che, secondo la società, è comunque la metà di quanto previsto dal Codice Appalti (10%).
Ma anche per i privati sono previste sanzioni severe: in caso di inadempienza da parte di Eurolink, scatteranno penali che superano il milione di euro per ogni giorno di ritardo. A garanzia, è prevista una cauzione da oltre 650 milioni di euro, escutibile in caso di mancato rispetto degli obblighi contrattuali.
Sul fronte tecnico, si attendono ancora dettagli operativi sulle modalità degli espropri e sull’effettiva cantierizzazione, anche alla luce dei 400 espropri già previsti. Le scuole di formazione per i lavoratori locali, promesse dal ministro Salvini, dovrebbero aprire a settembre. Ma finché non arriverà il via libera della Corte dei Conti, tutto resta sulla carta.
Intanto l’esodo estivo è passato non lasciando particolari disagi in virtù dell’aumento delle corse dei traghetti che solo in poche ore del giorno hanno visto crearsi code. Ma nulla a confronto agli anni passati. E l’interrogativo insistente tra gli oppositori dell’opera è se per pochi giorni all’anno di code sia necessaria un’opera del genere che non risparmia i viaggiatori dalle file ai caselli piuttosto che dalle infinite stradine che mal collegano tanto la Calabria quanto la Sicilia.