Piazza Carmine si è trasformata nel luogo di un appello pubblico dopo i recenti atti intimidatori. Con la «Festa della Resistenza», Libera rilancia un messaggio contro rassegnazione, indifferenza e paura, invitando la comunità a sostenere la rete e a tornare protagonista di una scelta di responsabilità collettiva
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Nel pomeriggio, la piazza ha accolto cittadini, volontari, imprenditori e rappresentanti del coordinamento reggino di Libera. Una presenza che non nasce per celebrare, ma per riportare al centro una domanda semplice e urgente: da che parte stiamo?
Anche la scelta del luogo porta con sé un significato preciso. A pochi metri, nelle scorse settimane, il caseificio “Delizia della Natura” è stato colpito da un incendio doloso, l’ennesimo segnale di una pressione criminale che continua a riemergere con forza.
A raccontare il senso dell’iniziativa è stato Mimmo Nasone, tra i volti più conosciuti dell’associazione. «C’è un’assuefazione al male che è terribile», ha spiegato. «Per tre giorni siamo vicini agli imprenditori colpiti, poi torna tutto come prima. Ma questa città non può essere consegnata a personaggi subdoli che usano la violenza come strumento di potere. Ognuno deve fare la propria parte. Il male più grande è assistere passivi a ciò che accade».
Nasone non usa giri di parole: «I mafiosi lavorano ventiquattr’ore al giorno. Gli altri cittadini dormono. È tempo di svegliarsi, di decidere da che parte stare».
Il referente regionale di Libera Calabria, Giuseppe Borrello, ha aggiunto una riflessione sulle responsabilità che riguardano l’intera comunità: «Reggio deve dimostrare di non essere rassegnata. La criminalità aumenta l’infiltrazione nell’economia legale, mentre diminuiscono le denunce per racket e usura. È il momento di mettere da parte paura e sfiducia. La storia di questa terra è piena di chi ha trovato il coraggio di denunciare e ha contribuito al cambiamento».
Per Borrello, l’appello è rivolto soprattutto a chi si sente ancora schiacciato dalla logica del silenzio: «Non ci sono più alibi. Ognuno deve fare la propria parte».
Tra i gazebo allestiti a Piazza Carmine, oltre alla campagna di adesione alla rete «La libertà non ha pizzo», i cittadini hanno potuto ascoltare testimonianze di imprenditori che scelgono di resistere e conoscere i progetti con cui l’associazione sostiene le realtà colpite dalla pressione criminale.
La «Festa della Resistenza» continua così a portare in piazza un messaggio che non è solo di solidarietà, ma di responsabilità collettiva: la libertà si difende ogni giorno, scegliendo di non voltarsi dall’altra parte.

