Tutti gli articoli di Società
PHOTO
E’ iniziata con un ottimo successo di pubblico la prima serata del Festival di Sanremo 2025, che secondo i dati auditel si conferma l’evento televisivo più seguito dell’anno. Con 12,6 milioni di telespettatori ed il 65,3% di share, il Festival ha catalizzato ancora una volta l’attenzione del pubblico, dimostrando il suo potere di attrazione e il forte legame con gli spettatori italiani.
La prima serata del Festival di Sanremo 2025 targato Carlo Conti è stata una prova di forza per la musica d’autore. Tra grandi ritorni e nuove promesse, emergono artisti capaci di emozionare, incantare e, in alcuni casi, far riflettere. Il pubblico dell’Ariston ha dimostrato di riconoscere la qualità: standing ovation e fiumi di lacrime per Cristicchi, applausi sinceri per Brunori Sas e Giorgia, ed una gara che parte nel segno dell’intensità.
Dal silenzio alla voce
Un inizio caratterizzato da un problema tecnico: Carlo Conti scende le scale dell’Ariston ed inizia a presentare, ed all’improvviso: muto. In quel momento tutti avranno sicuramente pensato alle urla di Angelo dei Ricchi e Poveri, ma poco dopo ecco tornare regolarmente il sonoro e si procede a passo spedito con la conduzione.
Al fianco di Carlo Conti, accolti come due vere e proprie star, Gerry Scotti – per la prima volta a Sanremo – ed Antonella Clerici. Grande la commozione e le lacrime dei due co conduttori per il ricordo, sobrio e gentile, dell’amato amico e collega Fabrizio Frizzi, le cui note di “Hai un amico in me”, tratto dal celebre cartoon Disney Toy Story, hanno echeggiato fra gli applausi dell’Ariston.
Entusiasmo per l’eterno ragazzo: Lorenzo Jovanotti, superospite della prima serata, ha regalato al pubblico un’esibizione travolgente, iniziando con “L’ombelico del mondo” accompagnato dalla Rockin’1000, la più grande rock band del mondo. Nonostante un piccolo inciampo sui gradini del Teatro Ariston, ha proseguito con un medley di successi come “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, “I love you baby”, “Fuori onda” e “A te”. Un momento toccante è stato il bacio sulla fronte alla figlia Teresa, presente in platea. Successivamente, insieme al campione olimpico Gianmarco Tamberi, ha letto un testo del filosofo Franco Bolelli, riflettendo sull’arte di rialzarsi nella vita, annunciando l’intenzione di partecipare alle prossime Olimpiadi di Los Angeles nel 2028.
Simone Cristicchi, la poesia che tocca l’anima
«Quando sarai piccola» è un brano che scuote nel profondo, un viaggio nella memoria e nella fragilità umana. Cristicchi canta con un’intensità che trasforma ogni parola in un frammento di vita vissuta. Il pubblico lo ha capito subito: silenzio religioso in sala, poi applausi, tutti in piedi e commozione generale. Il suo talento nel raccontare il dolore con delicatezza è una rarità che Sanremo ha accolto nel modo migliore.
Brunori Sas e l’arte di saper raccontare
Con «L’albero delle noci», Brunori Sas si conferma uno dei migliori cantautori italiani. La sua scrittura raffinata e la melodia avvolgente costruiscono un affresco di rara bellezza. Un pezzo che sa di poesia e nostalgia, capace di evocare immagini intense e sentimenti autentici. Il racconto della calabresità elevato a potenza di potenza. L’Ariston ha ascoltato con attenzione, e la classifica finale lo ha premiato: tutti d’accordo sul chiaro segnale che la musica d’autore ha ancora un posto centrale nel cuore degli italiani, nonostante tutto.
Giorgia, una voce senza tempo
«La cura per me» è un ritorno in grande stile: Giorgia non sbaglia mai quando decide di mettersi in gioco con il cuore. La sua voce è un dono che riesce a trasformare anche il più semplice dei testi in una carezza sull’anima. Un’interpretazione intensa, che ha lasciato il pubblico incantato. La sua capacità di emozionare con una naturalezza disarmante è qualcosa che pochi possono vantare: 30 anni di carriera e la forza di mettersi ancora in gioco con classe, eleganza e mitezza.
Achille Lauro, la metamorfosi dell’irriverenza
«Incoscienti giovani» è la dimostrazione che Lauro non è solo provocazione, ma anche capacità di evolversi. Il personaggio è sempre presente, ma stavolta lascia spazio a una scrittura più consapevole e a un’interpretazione più misurata. Elegantissimo ed applauditissimo Lauro, nella sua esibizione non c’è eccesso, non c’è bisogno di stupire a tutti i costi. C’è solo la musica, e questo sembra bastare. Il pubblico ha apprezzato il cambio di registro, segno che l’artista sta trovando un nuovo equilibrio tra forma e sostanza.
Lucio Corsi, l’outsider che lascia il segno
«Volevo essere un duro» è un brano fuori dagli schemi, ironico e malinconico al tempo stesso. Corsi gioca con la musica e con le parole, costruendo un piccolo capolavoro di originalità. La sua estetica surreale e la capacità di sorprendere il pubblico lo rendono una delle scoperte più affascinanti di questo Sanremo. Gli applausi dell’Ariston sono più che meritati.
Fedez, il coraggio di un testo che divide
Il suo brano rompe gli schemi del Festival e non ha paura di affrontare temi scomodi. A prescindere dalle polemiche, il testo è scritto con lucidità e ha un peso specifico notevole. Non è la solita provocazione a vuoto, ma un tentativo di dire qualcosa di forte, qualcosa che lasci un segno. Un racconto di un uomo che si vuole ricostruire. Può piacere o meno, ma è innegabile che abbia portato qualcosa di diverso e necessario sul palco di Sanremo.
Tony Effe, per molti è bocciatura senza appello
Testo vuoto, interpretazione decisamente imbarazzante, presenza scenica discutibile. Tony Effe sembra catapultato su un palco che non gli appartiene, incapace di reggere il confronto con i veri artisti in gara. La sua performance è stata definita da alcuni critici come «il grado zero della musica», una presenza che stona con il livello della competizione. Nonostante abbia cercato di mostrarsi sotto una nuova luce, nascondendo i tatuaggi e puntando sull’eleganza di un look total white, il tentativo di proporre un’immagine più misurata non ha convinto nessuno. Il pubblico dell’Ariston, educato come sempre, ha applaudito per dovere, ma senza convinzione. Se questo è il livello del rap italiano mainstream, c’è da preoccuparsi. Un brano che non dice nulla e non lascia nulla.
La classifica provvisoria
Terminato alle 01.19 con ben 16 minuti di anticipo sulla scaletta, la prima serata del 75° Festival della Canzone Italiana può dirsi promossa grazie ad una Top 5 – non in ordine di voto, ci tengono a sottolineare i conduttori – che rispecchia senza dubbio il merito, ed i gusti degli italiani.
Top 5 (ordine casuale):
- BRUNORI SAS
- GIORGIA
- SIMONE CRISTICCHI
- LUCIO CORSI
- ACHILLE LAURO