martedì,Aprile 23 2024

La reggina Anna Barbaro campionessa di paratriathlon e nuoto: «Faccio l’impossibile come possibile»

Ha vinto il bronzo nel paratriathlon all'europeo di Tartu, dove a sfidarsi erano le prime cinque atlete d'Europa per titoli conquistati e punteggi.
Ora punta alle para olimpiadi di Tokyo, dove di certo non mancherà di far parlare di sé

La reggina Anna Barbaro campionessa di paratriathlon e nuoto: «Faccio l’impossibile come possibile»

E’ una bella testa caparbia, quella di Anna Barbaro, atleta paralimpica non vedente, pronta a stupire le paraolimpiadi con la sua bravura nel nuoto. Dieci anni fa, quando aveva 25 anni, un virus sconosciuto le tolse l’uso della vista, gettandola nella prostrazione. Era da sempre una ragazza molto attiva, anche se forse un po’ sedentaria. La perdita della vista le aveva tolto tutto il suo mondo, ma grazie all’incoraggiamento del padre è riuscita a ritrovare un obiettivo, una passione, che l’ha portata a primeggiare nel nuoto e nel triatlhon. Aveva trovato la sua strada.

La vediamo arrivare agli allenamenti da sola, in compagnia di Nora, il suo cane-guida, scendendo dai mezzi pubblici. E’ molto professionale e si concede ben poco riposo.  Per lei lo sport è un impegno serio, per cui vale la pena di sopportare ogni sacrificio. Il 19 luglio 2018 ha vinto il bronzo nel paratriathlon all’europeo di Tartu, dove a sfidarsi erano le prime cinque atlete d’Europa per titoli conquistati e punteggi. Ora punta alle para olimpiadi di Tokyo, dove di certo non mancherà di far parlare di sé. Non è mai stata una atleta agonista, prima. Studiava violino al conservatorio, un bell’impegno che le prendeva tutto il giorno, il suo amore era la musica, e l’ingegneria.

Poi quel virus sconosciuto che a 25 anni le ha tolto gli occhi ma le ha donato qualcos’altro: una consapevolezza diversa, forse più ampia, racchiusa in quelle frasi di San Francesco d’Assisi ripresa da Fabrizio De Andrè: da quello che può sembrare un male, ecco nascere un nuovo bene. E così dalla lesione al nervo ottico Anna, che aveva fatto anni di volontariato con i non vedenti, si è trovata nella necessità d’imparare a vivere come loro. L’ acqua è diventata il suo elemento, un luogo, dice ora, dove può sentirsi libera e dove tante paure si sciolgono. Anna Barbaro lotta con grande determinazione. Lotta contro ogni difficoltà,  quelle tecniche come quelle logistiche. Dal problema di allenarsi in Calabria, dove mancano molte strutture, al trovare degli sponsor che le permettano di allenarsi come una atleta professionista. Superando anche altri ostacoli, meno materiali, forse più ardui: spesso, ricorda Anna, «se sei disabile e vinci qualcosa, per gli altri vale meno». Anna Barbaro, 35 anni di forza e determinazione, nuota spedita verso Tokyo coltivando il suo sogno: «Vorrei portare nel mondo l’immagine di una regione diversa, migliore». La Calabria migliore è tutta con lei.

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