Alla vigilia della delicata trasferta di Paternò, l’allenatore della Reggina Alfio Torrisi parla con chiarezza del momento amaranto. Due vittorie consecutive hanno finalmente portato entusiasmo, ma il tecnico invita alla cautela: «I dati dicono questo, però dobbiamo essere consapevoli che non abbiamo fatto ancora nulla. È soltanto un piccolo passettino. La prestazione sta diventando seria, ma per ora solo per 30 minuti: dobbiamo portarla ai 90».

Torrisi conferma un quadro non semplice sul fronte disponibilità. Toti Porcino, infortunato, resterà fuori due mesi: «Mi dispiace tantissimo, aveva iniziato a trovare condizione e fiducia». Barillà non partirà per Paternò. Adegio non si è allenato per un problema fisico già accusato domenica: «Ha giocato non in condizione ottimale, ma ha fatto una partita eccellente». Sant’Andrea è squalificato. Recuperato invece Di Grazia, fermato in settimana per un lieve affaticamento: «Abbiamo preferito preservarlo per averlo in condizioni ottimali domani». Per sostituire Porcino, il tecnico deciderà tra Comet e Distratto: «Non dobbiamo inventarci nulla. Uno dei due andrà in campo». 

Il tecnico non alimenta ansie ma non le nasconde: «Abbiamo bisogno di innesti. La società lo sa, la direzione sportiva ci sta lavorando». Torrisi ha confermato che un affare dato per fatto è sfumato per decisione del calciatore: «Non per volontà nostra, ma per scelta familiare del ragazzo». E chiarisce la tempistica: «Ci sono società che preferiscono fare gli svincoli il 14 o 15. Non dipende solo da noi. I giudizi è meglio farli alla fine della sessione».

Il mister segnala progressi importanti: «Sartore è cresciuto in maniera esponenziale. Mi è dispiaciuto non inserirlo nell’ultima partita per via dei cambi forzati». «Fofanà sta crescendo anche lui e farà parte della gara. Ferraro sta migliorando e potrebbe essere il volto nuovo che manca da tanto».

Il passaggio più netto della conferenza arriva quando Torrisi, che a Paternò ha allenato e lasciato ottimi ricordi, descrive la pericolosità della gara: «Il Paternò viene da cinque sconfitte consecutive: la legge dei numeri non è a nostro favore. È la partita più difficile da quando sono qui. Loro non hanno nulla da perdere e cercheranno punti in tutti i modi. Se sbagliamo l’approccio mentale, prendiamo gli schiaffi». E insiste sul marchio di fabbrica che pretende: «Dobbiamo essere feroci. Senza palla l’atteggiamento dev’essere quello di un bambino a cui tolgono il giocattolo, o di un cane a cui si strappa l’osso. Intensità mentale per 95 minuti: solo così vengono risultati e identità».

Alla domanda su come sopperire all’assenza dei più esperti (Porcino, Barillà, Sant’Andrea), con profili come Girasole, Macrì o Bevilacqua, il mister risponde così: «Basta guardare la formazione di Enna: abbiamo dimostrato che l’esperienza non è servita. Serve intensità mentale, lucidità e maturità. Io credo nel gruppo, chiunque va in campo rispetta la consegna tattica e porta prestazione».