Giornata dei Diritti Umani a Reggio, il liceo Preti-Frangipane pianta un carrubo in memoria di Bianca Ripepi Sotgiu – FOTO e VIDEO
Alla giusta tra le Nazioni sarà intitolata l'aula all'aperto in fase di allestimento. Progetto promosso in collaborazione con il comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori

Scelta la data del 10 dicembre, giornata internazionale dei diritti Umani e dell’approvazione della Dichiarazione universale avvenuta in sede Onu nel 1948, per una tappa significativa del percorso verso l’inaugurazione dell’aula all’aperto intitolata a Bianca Ripepi del liceo artistico Preti-Frangipane di Reggio Calabria.
Uno spazio sottratto al degrado, ripulito e bonificato dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria su impulso della nuova dirigente Lucia Zavettieri e che sarà presto donato alla cittadinanza, contribuendo alla memoria collettiva di una reggina distintasi per umanità e coraggio nei tempi bui della persecuzione degli ebrei anche in Italia, come Bianca Ripepi (Reggio Calabria 1922 – Cagliari nel 2005).
La piantumazione del Carrubo
Oggi è stato piantumato, donato da Natale Praticò, un carrubo che nella cultura ebraica viene considerato come il “Cibo dei profeti”. Presenti alcune classi della scuola primaria Frangipane dell’istituto comprensivo De Amicis-Bolani. L’intenzione è quella di inaugurare lo spazio di memoria, aprendolo al pubblico, il prossimo 6 marzo, giorno della nascita di Bianca e anche giornata Europea dei Giusti tra le nazioni.
Un percorso promosso dal comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori, dove «è cresciuta l’insegnante di origini reggine, vissuta in Sardegna e che insegnò a Rodi. Fu proclamata con il marito Girolamo Sotgiu Giusta tra le Nazioni per avere salvato una bambina ebrea, Lina Amato Kantor, sottraendola così dalla deportazione nei lager nazisti». Come ha ricordato il saggista Tonino Nocera che ha curato la scheda biografica nel dizionario della Calabria Contemporanea dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (Icsaic).
Un percorso che si pregia del patrocinio della sezione Calabria della comunità ebraica di Napoli per conto dell’Ucei, portato avanti con passione e perseveranza da studenti e docenti e che da oggi annovera, tra le sue tappe, anche la piantumazione del carrubo.
L’arte per coltivare la memoria e la solidarietà
Si tratta di uno spazio aggregativo esterno che, come l’attiguo museo d’arte Frangipane, sarà aperto al quartiere e alla cittadinanza. Uno spazio dove coltivare la memoria, l’arte e la bellezza. Le sedute sono state già progettate e sono in corso di realizzazione a cura degli allievi nella sezione Design del legno e dell’Arredamento del liceo. I muri circostanti sono al centro dell’attività di decorazione con murales ispirati alla vita di Bianca Ripepi, sempre ideati e realizzati dagli allievi di Arti figurative e Scultura.
«Questo diventerà un’aula all’aperto, un luogo di aggregazione per il quartiere per il territorio. desideriamo che la cittadinanza partecipi, frequentando questo luogo e visitando il museo d’arte Frangipane dal quale quale quest’aula sarà visibile. Tutti gli indirizzi del nostro liceo stanno lavorando all’interno di questo spazio curando l’aspetto artistico, quello architettonico e urbanistico di questa area, quello grafico. Tutto culminerà nell’inaugurazione del prossimo 6 marzo. Crediamo veramente che l’arte sia uno strumento per parlare di solidarietà e di diritti umani». Così Lucia Zavettieri, dirigente scolastica del liceo artistico Preti-Frangipane di Reggio Calabria.
Generazioni legate dal filo della memoria
«Siamo molto contenti di avere coinvolto il liceo Preti – Frangipane in questo percorso che conta su un numero sempre crescente di realtà impegnate al fine di ricordare Bianca Ripepi. Siamo altresì contenti di questa tappa. Un momento molto significativo in cui abbiamo piantato un carrubo che già desideravano piantare nel quartiere in cui era aveva vissuto Bianca Ripepi. Soffermandoci alla sua vita abbiamo pensato che la scuola sarebbe stata il luogo ideale in cui farlo. La donazione dell’ingegnere Natale Praticò ci ha poi consentito di proporlo alla scuola e di concretizzare.
Si tratta di un albero il cui significato è particolarmente importante. Esso, infatti, che genera frutti a lungo termine e che ci sembra incarni il legame tra generazioni che deve nutrirsi di memoria. Il percorso verso l’aula all’aperto dedicata a Bianca Ripepi è stato faticoso ma stiamo arrivando a completarlo. I ragazzi sono già all’opera per consegnare alla città uno spazio di aggregazione che manca e che dedichiamo a una illustre reggina che in questo quartiere era cresciuta. Il prossimo appuntamento è il 6 marzo, il giorno europeo dei Giusti, che casualmente è anche il giorno della data di nascita di Bianca Ripepi». Così Filomena Malara, presidente del comitato Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria che ha sottoscritto con il liceo artistico un protocollo di intesa per coinvolgere i giovani aspiranti artisti anche in attività di riqualificazione del loro quartiere. Per esempio quella riguardante piazzale Leopoldo Trieste.
La necessità di conoscere e custodire la storia di Bianca Ripepi
La commissione Toponomastica del comune di Reggio ha intestato una via a Bianca Ripepi nei pressi del dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea, nel quartiere di Vito Inferiore. Strada che però non è mai stata inaugurata con una targa e che dunque è rimasta anonima. Questa aula all’aperto, frutto di virtuose sinergie partite dal basso e che hanno coinvolto un numero sempre crescente di persone e di realtà come l’associazione Espero, l’associazione Rhegion, la cooperativa sociale Insieme per Fare e la sezione del liceo Preti – Frangipane istituita presso il carcere di Arghillà, darà un forte impulso al recupero di questa memoria.
Fu leggendo l’autobiografia di Bianca Ripepi Sotgiu “Da Rodi a Tavolara. Per una piccola bandiera rossa” pubblicato nel 2002, che Lina Amato Kantor, dopo la guerra trasferitasi prima in Rhodesia e poi in Sud Africa, si riconobbe in quella bambina di cui raccontava Bianca nel suo libro. Ciò purtroppo avvenne quando già Bianca e Girolamo erano morti. Grazie alla sua testimonianza, però, nel 2015 lo Yad Vashem nominò Girolamo e Bianca “Giusti tra le Nazioni”. L’autobiografia di Bianca Ripepi non è presente in alcuna biblioteca calabrese. Il liceo artistico reggino ha dovuto chiedere il libro in prestito alla biblioteca dell’Istituto piemontese di storia della resistenza di Torino per consentire ai ragazzi di approfondire la conoscenza della sua storia. Un vuoto da colmare.
L’incontro a più voci
Dopo la piantumazione nello spazio aperto, la manifestazione si è spostata in aula magna del Liceo dove dopo i saluti della dirigente Lucia Zavettieri, l’introduzione del saggista Tonino Nocera e della presidente del comitato di quartiere Filomena Malara, sono intervenute Angela Puleio, direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio con cui il liceo ha sottoscritto un protocollo di intesa, e Nunzio Tripodi, direttore del museo d’arte Frangipane. E ancora Ivana Pezzoli in rappresentanza della comunità Ebraica di Napoli Ucei Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha sottolineato «l’importanza della piantumazione dell’albero e, in particolare, del carrubo che può anche essere secolare e sopravvivere a noi per esserci per chi verrà dopo e contribuire a portare avanti le generazioni nel segno della memoria di Bianca e di tutti i Giusti» e don Sasa Santoro della parrocchia Sacro Cuore di Reggio Calabria che ha sottolineato «l’importanza delle radici per crescere saldi e forti».
La storia nei documenti
«Scavare nei documenti significa conoscere le storie. Credo che queste attività possano essere molto formative per i giovani, invitati così a conoscere anche la storia del loro territorio. Abbiamo trovato presso il nostro archivio l’estratto dell’atto di nascita e i registri scolastici dell’istituto Gulli di Reggio Calabria dove Bianca Ripepi si era diplomata. La ricerca ci ha portato anche a voler individuare anche dove lei avesse abitato nel quartiere Ferrovieri Pescatori. Quella lettera E, indicata nei documenti ci ha incuriosito e con Filomena Malara abbiamo voluto approfondire recandoci presso l’archivio storico del comune di Reggio Calabria. La nostra ricerca ci ha portate a concludere che la sua casa si trovasse nei pressi del punto in cui oggi sorge la chiesa del Sacro Cuore che però, all’epoca, era in altra sede». Così Angela Puleio, direttrice dell’archivio di Stato di Reggio Calabria.
L’emozione e la commozione dei familiari
In collegamento da remoto Maria Federica, Antonello e Donatella Sotgiu, figli di Bianca Ripepi e Girolamo Sotgiu, e Lina Amato Kantor la cui deportazione fu evitata grazie all’amore e al coraggio di Bianca e Girolamo che presero con loro la bambina riconoscendola come loro figlia e che adesso vive in Sudafrica. Tale è stata la sua commozione da non essere riuscita a intervenire facendo pervenire, attraverso le parole di Donatella Sotgiu, tutta la sua emozione e la sua gratitudine per l’impegno profuso per ricordare una donna straordinaria come Bianca Ripepi Sotgiu.
«Siamo tutti grati per quanto state facendo per ricordare nostra madre. Non credo che i nostri genitori siano stati degli eroi. Credo che abbiano vissuto il loro tempo con coscienza. Noi oggi siamo fieri e molto emozionati per il vostro impegno. Il mio è un arrivederci al prossimo 6 marzo quando conto di essere lì con voi in presenza per inaugurare l’aula all’aperto in memoria di mia madre. Oggi, intanto, vi diciamo dal profondo del cuore: Grazie», così la figlia di Bianca Ripepi e Girolamo Sotgiu, Donatella Sotgiu collegata da remoto.
L’incontro è stato impreziosito dall’intervento artistico del Musicantore Fulvio Cama che cantando di Aspromonte in fiamme ha ricordato l’importanza di salvaguardare la natura, gli alberi e la vita.
Dedizione e perseveranza
«Vorrei ringraziare tutti ma vorrei anche ricordare – ha raccontato Loredana Scopazzo, referente del progetto Bianca Ripepi – che lo scorso anno eravamo molto scoraggiati. I ragazzi si erano impegnati molto per progettare il nuovo spazio che purtroppo però era rimasto in preda al degrado. Abbiamo temuto di aver fallito. Ci eravamo subito molto attivati nell‘immaginare un luogo bello laddove c’era il degrado e per lavorare sul progetto Bianca Ripepi. Ma non eravamo riusciti ad andare avanti. Questa estate, subito dopo aver parlato con la dirigente Lucia Zavettieri, abbiamo visto intervenire una squadra di Castore che, ripulendo la zona, ha riacceso la speranza di poter realizzare il progetto che è anche un compito di realtà, di educazione civica. Ringrazio davvero tutti per questa esperienza che stiamo conducendo con grande spirito di collaborazione. Per noi Bianca Ripepi è stata ed è una grande opportunità».
I lavori sono stati illustrati questa mattina dagli studenti Martina Ritondale, classe 4C indirizzo Arti Figurative Scultura, Maria Saccà, classe 4C indirizzo Architettura e Ambiente Progettazione, Enache Delia, classe 4C indirizzo Arti Figurative Scultura, Antonio Coviello, classe 5C indirizzo Arti Figurative Scultura, Francesco Mangano, classe 5C indirizzo Design dell’Arredamento e del Legno. Il progetto di Pcto “Dalle fonti documentarie” in collaborazione con l’Archivio di Stato è stato illustrato da Gaia Tripodi Classe 4A indirizzo Grafica.
I docenti che hanno seguito i ragazzi sono stati Gianluca Battaglia Funzione strumentale area 1, Enrico Strati Funzione strumentale area 4, Barbara Princi referente Educazione Civica, Loredana Scopazzo referente progetto Aula all’aperto Bianca Ripepi, Roberta Filardi, docente di Storia dell’arte Ecogestazione e laborataria. Hanno curato la progettazione e i laboratori Pina Barbera, Ersilia Cedro, Marzia Misitano, Anna Muscolino, Eleonora Pesaro, Loredana Scopazzo, Enrico Strati e Luisa Vazzana, con gli assistenti Tecnici Serafina Calanco, Ines Cutellé, Paolo Pezzarossa.