mercoledì,Aprile 30 2025

A TU PER TU | Valentina Versaci: «Di mio papà non ricordo neppure la voce ma restano i valori che ha difeso con la sua vita» – VIDEO

La testimonianza della figlia del vigile urbano Angelo Versaci, ucciso sotto casa a Calanna nel 1990 quando lei aveva solo pochi mesi, ospite negli studi del Reggino.it. Anche questo delitto ancora attende verità e giustizia

A TU PER TU | Valentina Versaci: «Di mio papà non ricordo neppure la voce ma restano i valori che ha difeso con la sua vita» – VIDEO

«Mi manca la sua voce perchè non la conosco. All’epoca non c’erano smartphone con cui registrare video. Ho solo alcune foto in cui mi teneva in braccio. Non ho ricordi diretti». Valentina aveva soltanto pochi mesi quando con la sorellina Isabella subì l’insanabile perdita del papà. Troppo pochi i mesi e troppo poco il tempo insieme prima di quella sera di settembre in cui il destino della sua famiglia cambiò per sempre. Angelo Versaci, vigile urbano di Calanna, comune tra le falde dell’Aspromonte e lo Stretto di Messina, fu ucciso sotto casa da mano rimasta ignota la sera del 3 settembre 1990.

Ospite del format A Tu per Tu negli studi del Reggino.it, Valentina ha condiviso con noi l’esempio del papà di cui, venuta a conoscenza grazie ai racconti della madre Annamaria e dello zio paterno Domenico con la moglie Liliana, oggi insieme alla sorella Isabella è fiera e orgogliosa. Appassionato di calcio e caccia, Angelo Versaci è stato un uomo evidentemente onesto, coraggioso e integerrimo.

«Avevamo intuito – racconta Valentina – che la morte di papà non era stata solo prematura ma era avvenuta anche in circostanze particolari. Ci hanno raccontato tutto soltanto quando siamo state più grandi, dopo che apparve sulla stampa un articolo su nostro padre. Io avevo circa 18 anni. Mia madre e i miei zii, Domenico, il fratello di papà, e la moglie Liliana ci avevano protette. Gli zii per noi sono stati un’ancora di salvezza. Mia madre era rimasta sola con due bambine piccolissime, Gli zii Giovanni e Liliana non si sono mai risparmiati».

La storia di Angelo Versaci è al centro della seconda edizione del concorso Libera la memoria rivolto alle scuole e promosso dal coordinamento reggino di Libera. Uno dei suoi cento Passi in vista dell’odierna Giornata della memoria e dell’impegno delle vittime innocenti delle mafie.

«Libera ci ha sempre sostenute. Stefania Gurnari e Daniele Quartuccio – racconta ancora Valentina Suraci – sono stati coloro che ci hanno incoraggiato a condividere la storia di papà. Ne approfitto per ringraziare tutta l’associazione per il supporto. Con Libera la storia di papà è stata raccontata soprattutto ai giovani e nelle scuole, affinché il suo esempio di persona buona e sempre pronta ad aiutare e a stare dalla parte giusta non andassero dispersi. Questo per noi è il significato di memoria».

Angelo Versaci è una delle centinaia di vittime innocenti delle mafie che ancora oggi non ha avuto verità e giustizia.

«È inevitabile che ci sia un pò di rabbia per questa mancata verità. Non possiamo che continuare a invocarla. Persone come mio padre, coraggiose e libere, meritano giustizia», conclude Valentina. GUARDA IL VIDEO.

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