Intellettuali contro il Ponte, l’appello è in rete mentre si lavora per la candidatura Unesco dello Stretto
Pubblicata sulla piattaforma Change la raccolta firme per salvaguardare l’area attraverso il riconoscimento come patrimonio dell'umanità. Al via i contatti con i Comuni. Dopo Messina e Villa, adesso toccherà a Reggio e ad altre amministrazioni delle due coste
Approda sulla piattaforma Change.org l’appello per salvare la bellezza dello Stretto, con primi firmatari la scrittrice Nadia Terranova, l’assessore alla Cultura di Siracusa Fabio Granata e Gianfranco Zanna, già presidente di Legambiente Sicilia.
Era stato presentato lo scorso ottobre a Palermo, con la sottoscrizione di oltre 200 intellettuali, attori, registi e giornalisti, non solo siciliani e calabresi ma di tutta Italia. Adesso potrà essere firmato dalla cittadinanza che condivide l’idea di valorizzazione dell’area dello Stretto radicalmente diversa dal ponte.
L’obiettivo generale resta quello di salvare lo Stretto e la sua bellezza straordinaria da questo ennesimo progetto della mega opera.
L’appello, tuttavia, si spinge oltre. Punta a salvaguardare una volta per tutte l’unicità di questo luogo, chiedendo il suo riconoscimento come patrimonio dell’Unesco.
Da Taormina a Messina e da Saline Joniche a Scilla
«Stiamo lavorando per redigere il dossier. Stiamo, inoltre, approfondendo la materia – ha spiegato uno dei promotori Gianfranco Zanna – per individuare la modalità più efficace per presentare la candidatura dello Stretto. Ci vorrà tempo ma siamo già al lavoro. Una proposta avanzata dai Comuni crediamo possa essere la migliore strada da seguire. Essenziale sarà, comunque, il sostegno del territorio, dunque di associazioni, comitati e cittadinanza.
Questo ampio coinvolgimento conferirà maggiore forza al nostro percorso.
Abbiamo, pertanto, intenzione di operare sui territori e, al contempo, di contattare le amministrazioni dei Comuni interessati in Calabria e in Sicilia.
Crediamo che gli Enti da coinvolgere non debbano limitarsi a quelli direttamente investiti dalla costruzione del Ponte, dunque non soltanto Messina e Villa San Giovanni. È nostra intenzione coinvolgere i comuni della Costa Viola e anche quelli sulla fascia ionica da dove lo Stretto inizia a restringersi, quindi dalla località di Saline Joniche.
Con i comuni di Messina e Villa abbiamo già avuto delle interlocuzioni positive. Adesso proseguiremo con il comune di Reggio Calabria. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere le amministrazioni e il territorio tutto che da Taormina arriva fino a Messina, in Sicilia, e da Saline Ioniche arriva fino a Scilla, in Calabria. Ci sarà chi non sarà d’accordo. La nostra azione, tuttavia, punta a perseguire la maggiore convergenza possibile sull’obiettivo di rendere lo Stretto patrimonio dell’Unesco.
Auspichiamo, dunque, che siano i Comuni ad avanzare la candidatura con il massimo supporto dei territori. La nostra mobilitazione continua con la manifestazione nazionale No Ponte che il prossimo 2 dicembre si terrà a Messina». Così ha concluso Gianfranco Zanna.
Il testo della petizione
«La convenzione Unesco del 1972 stabilisce che beni culturali e naturali, siti in varie parti del mondo e d’importanza universale, debbano essere conservati quali Patrimonio di tutta l’Umanità.
Lo Stretto di Messina deve essere tra questi, e noi lo chiediamo a gran voce per diverse ragioni. Per la sua bellezza e unicità paesaggistica, geologica e geomorfologica; per il suo indubbio valore storico e mitologico in quanto crocevia di civiltà portatrici di storie e di leggende, da Omero alla letteratura contemporanea protagonista di poemi e racconti, nonché soggetto amato da pittori, fotografi e artisti di ogni epoca; perché luogo di cultura e di fatica umana, di lavori e mestieri tradizionali e di ricerca che hanno a che fare con la sua particolarissima fauna. Per tutte queste ragioni, deve essere iscritto nella World Heritage List dell’Unesco.
Così potremo metterlo in salvo finalmente da assurdi e fantasiosi progetti, finalizzati solo all’ulteriore sperpero di risorse pubbliche che vanno invece utilizzate per una valorizzazione reale del territorio anziché per la sua devastazione, rilanciando davvero l’area tra la Sicilia e la Calabria.
Chi persevera sulla fantomatica idea di realizzare un ponte sullo Stretto mortifica queste potenzialità e continua a trovare un propagandistico alibi per non affrontare i problemi e i limiti drammatici che tra la Sicilia e la Calabria restano immutati e irrisolti da sempre.
Rammendare il territorio e il degrado urbano, agire sul dissesto idrogeologico, contrastare e prevenire gli incendi che distruggono ogni estate enormi quote di biodiversità e paesaggio, collegare con strade e ferrovie degne di questo nome le città della Calabria e della Sicilia: queste sono le vere priorità».