Ruggine e abbandono. Questo era rimasto per anni a campeggiare a Catona, quartiere costiero a Nord di Reggio Calabria, nel sito dell’ex fabbrica agrumaria Italcitrus.

Del capannone, un tempo cuore dell’attività agrumicola avviata negli anni Sessanta-Settanta, poi ridottosi a scheletro industriale, restano macerie

L’ex stabilimento di lavorazione degli agrumi, di proprietà del Comune di Reggio Calabria dal 2004, è stato demolito. È, infatti, in corso la bonifica dell’amianto, con un indubbio beneficio per la salute e per l’ambiente. Ma non solo.  

Sorgerà in loco uno degli asili nido, quello destinato al quartiere, tra quelli finanziati con il Pnrr. Resta però ancora un’ampia parte dell’ex sito industriale da demolire e bonificare, per creare un’area verde. Per questo intervento la somma stanziata non è sufficiente. Occorrono altri fondi.

Demolizione e bonifica anche nel resto del sito

«È nostra intenzione anche nella restante area di procedere con le urgenti attività di bonifica e rimozione dell’amianto, investendo i fondi disponibili che non sono però sufficienti per una progettazione completa. L’intervento che possiamo eseguire, come avevamo già annunciato, sta riguardando solo l’area esterna che metteremo a verde. Sul resto è ancora tutto in itinere. Stiamo pensando a una nuova struttura da ricostruire ma occorrono fondi che stiamo cercando di reperire», spiega il vicesindaco di Reggio Calabria, Paolo Brunetti.

L’iter avviato nel 2022 tra gare deserte e scadenze

Nel 2025, con la migrazione del quasi integrale finanziamento di un milione e mezzo di euro dal PonMetro Plus 2014/2020 al Programma Nazionale Metro Plus 2021/2027, l’intervento è stato salvaguardato. Adesso in fase di esecuzione. Con l’impegno anche dell’assessore comunale alla Programmazione e alla rimodulazione delle risorse comunitarie, Carmelo Romeo, sempre la stessa fonte dovrebbe, almeno questo è l’auspicio, finanziare anche l’intervento complessivo sull’area. Esso contemplerebbe pure l’edificazione di una struttura coerente con l’area a fruizione pubblica che presto prenderà forma.

Anche questo un iter accidentato, rispetto al quale l’Amministrazione ha trovato finora soluzioni per proseguire. Ad eseguire i lavori il raggruppamento temporaneo di imprese verticale (da costituirsi) Monaci Demolizioni Speciali S.r.l. (mandatario) – Siclari Agostino Costruzioni Srl (mandante) con progettista indicato Deam Ingegneria Srl, già aggiudicataria nel 2023, dopo una prima gara andata deserta.

Il primo iter era stato avviato nel 2022 con la conferenza dei servizi decisoria in ordine alle autorizzazioni da acquisire relativamente al progetto definitivo approvato successivamente in Giunta. Quel finanziamento, tuttavia, è andato perduto dal momento che l’intervento avrebbe dovuto compiersi entro il 31 dicembre 2023. Dunque lo stesso importo di un milione e mezzo fu poi reperito nel Pn plus 2021-2027 nel 2024.

Fondi andati persi nel 2023 e il rifinanziamento nel 2024

Il rifinanziamento ha riattivato l’iter nell’ambito del quale è stata confermata l’aggiudicazione dei lavori allo stesso raggruppamento di imprese sopra citato. Ha fatto seguito la conferenza dei servizi decisoria in merito al progetto esecutivo. Rispetto ad esso, in sede di conferenza dei servizi precedente, contrariamente a Città Metropolitana e settore Urbanistica del Comune che avevano già reso parere favorevole, l’Arpacal, il settore Ambiente del Comune e la Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio avevano dato parere favorevole ma con prescrizioni da recepirsi in fase esecutiva.

Le prospettive

Rilevato con lo scopo di riconvertirlo in un centro di produzione Rai, l’ex stabilimento di lavorazione, in forte stato di abbandono, è rimasto a lungo gravato da una consistente presenza di amianto. Nessuna riconversione ebbe mai luogo e nel reperto di archeologia industriale che campeggiava sulla strada Nazionale tra Gallico e Catona e che nessuno aveva voluto ricomprare nonostante i numerosi tentativi del comune reggino di venderla all’asta. Le prospettive di una nuova vita per l’area, in cui insistono ancora le strutture che ospitavano gli uffici, sono adesso più vicine e concrete.