La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore
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Le città italiane faticano a imboccare la strada della sostenibilità. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano 2024, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, dipinge un quadro in chiaroscuro, con una media nazionale in calo e un divario Nord-Sud sempre più netto.
La performance media dei capoluoghi si attesta al 54,24%, segnando un peggioramento del -3,8% rispetto a due anni fa. Nessuna città, ancora una volta, raggiunge il punteggio massimo del 100%.
Il Nord domina, Trento al vertice
A guidare la classifica sono le città del Nord. Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) sono le uniche due a superare la soglia dei 75 punti, occupando rispettivamente il primo e il secondo posto. Trento torna al vertice, mentre Mantova guadagna ben cinque posizioni grazie a miglioramenti significativi, come il calo dei consumi e delle perdite idriche e l'elevata raccolta differenziata (84%).
Sul podio sale anche Bergamo, che si piazza terza con il 71,82%, risalendo di 13 posizioni. La top ten è interamente settentrionale: Bolzano, Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, e Bologna (9° posto), che si conferma la migliore tra le grandi città.
Il Sud in coda, Cosenza unica eccezione
Il Meridione rimane in grande affanno. L'unica città del Sud a rientrare nella top 20 è Cosenza (16esima), che perde comunque tre posizioni rispetto all'edizione precedente.
La parte finale della classifica è occupata in blocco dal Sud, con ben nove città che non superano il 35% del punteggio. Le maglie nere sono tre città calabresi: Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), e Reggio Calabria (106°), che si piazza ultima in assoluto, con punteggi al di sotto dei 25 punti su 100.
Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, ha commentato duramente i dati: «Pesano, in particolare le persistenti difficoltà del ciclo dei rifiuti, la mancanza di servizi di mobilità sostenibile, le carenze nella gestione della preziosa risorsa acqua insieme all’opacità dovuta alle mancate risposte su alcuni parametri come quelli legati agli inquinanti atmosferici o al numero di alberi su suolo pubblico. I dati sono spietati – prosegue -, ma la loro analisi deve indurre i decisori politici locali a lavorare celermente per bilanciare gli errori del passato e riqualificare le città della nostra regione, così aumentando il benessere dei cittadini e la qualità ambientale. Non è più assolutamente accettabile che la Calabria continui a perdere, nei suoi principali contesti urbani, le sfide che la crisi climatica sta rendendo sempre più importanti ed urgenti».
Smog e rete idrica: le principali criticità
A livello generale, le principali criticità rimangono lo smog e la rete idrica colabrodo. Sebbene diminuiscano (a 20) le città con perdite d’acqua superiori o uguali al 50%, il problema persiste. Preoccupano anche i dati sul consumo di suolo, cresciuto di circa 4500 ettari tra il 2018 e il 2023, e il calo degli spazi per la mobilità dolce: diminuisce la media di superficie urbana per la ciclabilità, le isole pedonali e le ZTL.
Raccolta differenziata, un segnale positivo
Tra le note liete, spicca la raccolta differenziata che, per la prima volta tra i capoluoghi, supera la media del 65%. Sono ben 15 i comuni che hanno superato l'80% di raccolta differenziata. In crescita anche il numero di passeggeri trasportati dal servizio di Trasporto Pubblico Locale (TPL), pur restando le performance al di sotto degli standard europei.
L'appello di Legambiente: «Legge nazionale per la rigenerazione urbana»
Di fronte a questo scenario, Legambiente ha lanciato un appello al Governo Meloni. Il presidente nazionale Stefano Ciafani chiede l'approvazione urgente di una legge nazionale per una vera rigenerazione urbana che funga da deterrente contro il consumo di nuovo suolo agricolo. Ciafani insiste anche sulla necessità di rivedere e stabilizzare i bonus edilizi con premialità per l’efficientamento energetico, in linea con gli obiettivi della direttiva "Case Green".
«Quello che manca è una strategia nazionale in grado di programmare scelte di indirizzo capaci di cambiare davvero le nostre città» ha concluso Mirko Laurenti, dell’ufficio scientifico di Legambiente e responsabile del report, sottolineando come le città debbano essere ripensate per far fronte alle emergenze attuali e future, a partire dalla crisi climatica.