«Gli studi di questo storico dipartimento ci abituano a leggere il territorio, a studiarlo, a tutelarlo. Consentono di acquisire una forma mentis importantissima che permette di operare nel settore della Sostenibilità e dello Sviluppo al servizio del Territorio. Dunque si tratta di studi preziosi che hanno una valenza molto significativa».

Il reggino Giuseppe Vadalà, generale dei carabinieri nominato nel 2017 commissario straordinario di governo per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale”, si è così rivolto a studentesse e studenti del corso di “Scienze Forestali ed Ambientali” e di “Gestione Sostenibile del Territorio Forestale e Montano” dell’università Mediterranea di Reggio Calabria.

Giovani che hanno compiuto oggi la stessa scelta da lui compiuta negli anni Ottanta quando si iscrisse alla allora storica facoltà di Agraria di Reggio Calabria, laureandosi nella prima sessione nel 1987. Lo ha fatto in occasione del seminario dal titolo “Il modus operandi dell’Italia e dell’arma dei carabinieri per la bonifica e messa in sicurezza delle discariche e dei siti contaminati per la soluzione della crisi”, svoltosi questa mattina presso la sala Francesco Saverio Nesci del dipartimento di Agraria, in località Feo di Vito, frazione collinare di Reggio.

Focus su ambiente e momento Amarcord

Un’occasione di approfondimento dei temi ambientali ma anche momento amarcord. Giuseppe Vadalà, accolto con grande orgoglio dal rettore della Mediterranea Giuseppe Zimbalatti e dal direttore del dipartimento di Agraria Marco Poiana, è stato accompagnato dal comandante regionale della Calabria dei carabinieri forestali, il colonnello Giovanni Misceo, e dal coordinatore della sezione Sud dell’Accademia italiana delle Scienze forestali, Francesco Iovino, per altro docente nella commissione di laurea dello stesso attuale generale Giuseppe Vadalà, proprio nel 1987.

I siti in Calabria

Nel corso della sua attività, la struttura commissariale è intervenuta in numerosi siti in Calabria. Nell’ultimo report, tra i 21 siti calabresi anche contrada Malderiti a Reggio, unico sito nel reggino. «Rimangono nel reggino e in Calabria ancora numerose discariche che oggi possono essere disinquinate. Ma poi ci sono i fenomeni dell’illegalità e dei traffici che ancora esistono anche se non come in passato. Occorre adesso un ulteriore salto di qualità nella prevenzione e del contrasto che già vede impegnati carabinieri e magistratura. La collaborazione dei Comuni è essenziale perché a loro rimane poi la gestione del territorio. Più si collabora, più si riesce a lavorare. Ciò avviene a macchia di leopardo, e non solo Calabria, ma sicuramente la collaborazione può essere ulteriormente aumentata».

Nel corso della sua attenta disamina, il commissario Vadalà ha riferito dell’articolata attività della struttura commissariale governativa che guida dal 2017, all’indomani della procedura di infrazione avviata contro l’Italia dalla Commissione Europea e sfociata nel 2014 nella sentenza di condanna da parte dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea. Unitamente alla bonifica dei siti oggetto della sentenza di condanna europea, la struttura commissariale è ancora oggi a disposizione delle regioni che segnalino siti contaminati sui quali intervenire il risanamento, la trasformazione e la rigenerazione dei luoghi. In particolare ha riferito del sito dell’Angitola nel vibonese, uno dei 22 siti contaminati e bonificati in Calabria degli 81 al centro della procedura di infrazione.

Lo stesso commissario ha, poi, annunciato l‘inaugurazione in programma per domani «del sito recuperato in contrada Marinella a Pizzo dove erano stati abbandonate 50 mila tonnellate di rifiuti. Lì adesso sorge un campo sportivo». Lo stesso commissario Vadalà è in Calabria anche per avviare un nuovo iter di bonifica. Previsto già nel pomeriggio un sopralluogo nel campo rom di Scordovillo a Lamezia Terme.