Un chilometro intero di rifiuti, mobili abbandonati, materassi, infissi, elettrodomestici, scarti edili, plastica di ogni tipo. Un nastro continuo di degrado che taglia il paesaggio come una ferita aperta. È questo lo scenario che, nella giornata di oggi, si sono trovati davanti le guardie dell’OIPA Reggio Calabria, guidate dal dott. Andrea Marino, e gli operatori della Guardia Agroforestale Italiana, coordinati da Rocco Riso, durante un sopralluogo congiunto lungo il torrente Calopinacea.

Una sinergia nata da poco, ma che già mostra con forza i suoi frutti: due realtà diverse, unite da un obiettivo comune – restituire dignità e tutela agli ecosistemi del territorio reggino.

Un chilometro di vergogna ambientale

Le immagini raccolte durante la verifica parlano da sole: cumuli stratificati di rifiuti, dal legno all’alluminio fino agli scarti industriali; vecchi mobili ormai marciti; pneumatici e parti di autoveicoli; finestre, porte, lamiere, sedie e materassi disfatti. Una vera e propria discarica a cielo aperto, radicata da anni e cresciuta nel silenzio generale.

Tra i rifiuti emergono elementi che lasciano poco spazio all’immaginazione:

• infissi in legno ancora integri,
• pezzi di carrozzeria,
• sacchi di calcinacci,
• elettrodomestici arrugginiti,
• materassi sovrapposti,
• rifiuti domestici e plastica sparsa ovunque,
• amianto,
• ricambi e carcasse di auto.

Il letto del torrente, un tempo corridoio naturale verso il mare, è oggi soffocato da materiali che lo rendono irriconoscibile e pericoloso.

La sinergia che cambia il territorio

La collaborazione tra OIPA RC e Guardia Agroforestale Italiana nasce dalla consapevolezza che la tutela ambientale non è più rimandabile. Le due associazioni, ognuna con le proprie competenze, stanno costruendo un fronte comune di monitoraggio, prevenzione e segnalazione, mettendo in campo professionalità e presenza costante sul territorio.

«Non possiamo più permettere che un luogo così importante venga trattato come una discarica. Questa non è solo un’emergenza ambientale, è un’emergenza culturale e civica», sottolinea il dott. Andrea Marino.

«La collaborazione è la nostra forza. Quando più realtà si uniscono per il bene comune, il territorio comincia a respirare di nuovo», aggiunge Rocco Riso.

Una richiesta chiara alle istituzioni

L’intervento odierno non è solo una fotografia del degrado, ma un atto di responsabilità. Le due associazioni annunciano che questo sopralluogo è solo l’inizio di un percorso strutturato che proseguirà con nuove verifiche, segnalazioni ufficiali, campagne di sensibilizzazione e proposte concrete per il ripristino dell’area.

Il messaggio è diretto: Reggio Calabria non può più convivere con queste zone d’ombra. Il territorio merita rispetto.

Una chiamata alla cittadinanza

Accanto all’azione delle associazioni, serve anche una comunità consapevole e partecipe. Chi abbandona rifiuti non sporca solo un luogo: colpisce la salute, il paesaggio, l’economia e la dignità collettiva.