Macchinista morto, il ricordo dell’amico: «Un ragazzo d’oro»
La commozione di Filippo Cutrupi: «Era legatissimo a Reggio. Fare il macchinista per lui era una missione»
Un lavoratore instancabile e un legame speciale con la sua Reggio che, dopo Antonino Candido, perde un altro dei suoi figli migliori, caduto sul lavoro. Giuseppe Cicciù prima di entrare nelle Ferrovie dello Stato, ha vissuto per anni a San Giorgio Extra, quartiere sud della città dello Stretto, dove oggi sono in tanti a ricordarlo con affetto. «Fare il macchinista per lui era una missione – racconta l’amico e compagno di scuola Filippo Cutrupi – Era davvero un ragazzo dal cuore d’oro».
“La prevenzione è da sempre l’arma migliore!”, scriveva Giuseppe 4 mesi fa sulla sua pagina Facebook. Da grande appassionato di calcio, era tifoso dell’Inter ma con la Reggina sempre nel cuore. Sposato con sua moglie originaria di Milano aveva una figlia di 14 anni. Alla mansione di ferroviere, Giuseppe affiancava quella del delegato sindacale di categoria negli uffici della Fit Cisl.
«Insieme avevamo fatto gli scout – ricorda l’amico – Era sempre prodigo a dare consigli a tutti. Ci eravamo sentiti una settimana fa. Voleva prendere in affitto una casa a Reggio. Alla città era molto legato e scendeva spesso a trovare la mamma. Quello che è successo è difficile da spiegare, non ci credo ancora».