Festa della Repubblica a Reggio, il prefetto Mariani: «Uniti nella Costituzione per far progredire il Paese»
La solenne celebrazione al monumento ai Caduti e poi la consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e delle Medaglie d’Onore
«Il 2 giugno è il momento in cui noi ricordiamo i valori su cui si fonda questa nostra Repubblica. Elemento di connessione è la nostra Costituzione, anima della convivenza pacifica e del nostro stare insieme. Spero che questi valori siano riferimento solido di tutti. Questo è un momento storico in cui c’è bisogno di restare uniti. Solo così faremo progredire il nostro Paese». Queste le parole del prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.
Questa mattina il prefetto ha reso omaggio al monumento dei Caduti, sul corso Vittorio Emanuele III, durante la solenne celebrazione del 2 giugno. Lo ha fatto con il comandante della direzione marittima, capitano di vascello Giuseppe Sciarrone.
L’anniversario
Ricorre oggi il 77° anniversario della proclamazione della Repubblica. Il 2023 è anche il 75° anno di vigenza della nostra Costituzione, scritta ed entrata in vigore nell’Italia Repubblicana votata in occasione dello storico referendum istituzionale del 2 giugno 1946. L’Italia allora era un paese in ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La cerimonia
Alla presenza delle massime autorità Civili, Militari e Religiose, dopo l’ingresso delle associazioni Combattentistiche e d’Arma, giunte da Piazza Sant’Agostino con al seguito la Banda Musicale di Mosorrofa, e dei labari istituzionali, lo spettacolare srotolamento di un immenso tricolore sul retro del palazzo che ospita la prefettura a cura dei vigili del Fuoco.
Quindi la cerimonia dell’alzabandiera del Tricolore e dell’Unione Europea, la deposizione della Corona di alloro al monumento ai Caduti e la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da parte del prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.
Ad arricchire la cerimonia odierna la consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e delle Medaglie d’Onore per i cittadini italiani deportati nei lager nazisti nella Seconda Guerra Mondiale.
Un momento di festa in un frangente di grande prova per l’Italia e per l’Europa. C’è bisogno di Unità.
I messaggi di Unità
«Il momento che attraversiamo è complicato e questa giornata sia occasione per affrontarlo con lo spirito di unione al quale ci richiama il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non possiamo non avere un pensiero per chi ancora oggi combatte per preservare la propria dignità di popolo indipendente. Noi nel nostro piccolo, nella nostra città, abbiamo provato a dare oggi un segnale di serenità, pur restando impegnati per concretizzare i valori costituzionali che ci uniscono e che profondamente sentiamo nostri». Queste le dichiarazioni di Carmelo Versace, sindaco metropolitano di Reggio Calabria.
«È doveroso rendere omaggio alla nostra Italia. È importante esserci, oggi come ogni anno, per ricordare a tutti che l’Italia è una Repubblica, una e indivisibile, visto che ancora c’è qualcuno che avanza ipotesi di autonomia differenziata e di eventuali scissioni. Oggi ricordiamo altresì coloro che si sono sacrificati affinché noi oggi noi potessimo essere liberi e vivere in un paese democratico. Un riconoscimento anche a coloro che si sono distinti in questo anno per aver svolto attività edificanti per il nostro Paese e a coloro che si impegnano quotidianamente per garantire la sicurezza e la tranquillità nella nostra grande Italia». Questo il commendo del sindaco ff del comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti.
«L’Italia c’è, è presente, unita, forte e guarda al futuro in Europa, cercando soluzioni e strumenti in un momento certamente difficile», ha sottolineato l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese.
La festa della Costituzione e della Democrazia
«La nostra è un’Italia unita che si fonda sul principio costituzionale della sussidiarietà e della solidarietà. Questo messaggio di unità del nostro Paese deve risuonare, soprattutto in un momento segnato da tragedie e difficoltà. L’Italia cresce solo se la crescita coinvolge tutto il Paese, non una parte sola. Dunque in questa giornata in cui si celebrano anche i 75 anni della nostra Costituzione, siamo forti e consapevoli di questo e guardiamo avanti con fiducia». Lo ha dichiarato il senatore reggino Nicola Irto.
«Sono stato davvero contento di vedere oggi, unitamente alle massime autorità, anche anche tanti cittadini. Anche a Reggio Calabria come in tutto il Paese, quella odierna è una giornata importante in cui il Tricolore sventola sempre più vivo. Nostro dovere mantenerlo così vivo e onorare coloro hanno contribuito affinché oggi fosse una festa in un’Italia libera e democratica», ha commentato il deputato reggino Francesco Cannizzaro.
Il 2 giugno 1946
Con un’affluenza che per un soffio non toccò il 90 %, in Italia scelsero la Donna Turrita oltre 12 milioni (12 717 923) di cittadine e cittadini. Una percentuale che di poco superò il 50% dei voti validi. Per la Monarchia, a sbarrare sulla scheda elettorale lo Stemma sabaudo furono poco più di 10 milioni (10 719 284) di italiane e italiani. Furono poco meno di 13 milioni su quasi 25 milioni di votanti, gli uomini e le donne che, chiamati a scegliere tra Monarchia o Repubblica, affidarono a quest’ultima forma di governo il destino dell’Italia, ancora profondamente segnato dal dramma del conflitto armato, della dittatura, dell’occupazione e dalle ferite che il Seconda guerra mondiale aveva inferto.
L’inizio della storia Repubblicana dell’Italia coincise con l’elezione dell’Assemblea Costituente chiamata a scrivere la Costituzione, ossia la legge fondamentale alla base della nostra Democrazia. Furono 556 i deputati dell’Assemblea Costituente, anche molti calabresi, chiamati a redigere il testo della Costituzione Italiana, scrigno di valori identitari del nostro Paese. Nello stesso giorno l’Italia, dopo le guerre e gli orrori che avevano dilaniato l’Europa, diventava una Repubblica. Da lì ad un anno e mezzo avrebbero scritto la Costituzione, entrata in vigore il 1 gennaio 1948.
Un momento storico di assoluto valore al quale poterono contribuire finalmente anche le donne. Il passaggio epocale dalla Monarchia alla Repubblica dello Stato Italiano fu, infatti, frutto del Suffragio Universale, introdotto in Italia nel 1945. Dopo il voto amministrativo, il primo voto politico delle donne fu espresso proprio in occasione dello storico referendum Monarchia – Repubblica del 2 giugno 1946.
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