Vede Reggio come una città capace di accogliere «così come tutte le città di mare». Non è preoccupata di fronte alle tante emergenze ed è pronta ad abbracciare quella che non vede come «una sfida, ma un impegno». Si è presentata oggi Clara Vaccaro, il primo prefetto donna di Reggio Calabria. Tante le esperienze passate con la costante dello sport. Uno sguardo rivolto al futuro e un’attenzione particolare ai giovani. 

«Sono nata a Messina, ma non conosco la città, come non conosco la Calabria. Mio padre, siciliano, ma di un’altra zona, si trovava lì in quanto ufficiale di Marina. La Prefetta, come lei ha precisato, si è laureata in giurisprudenza alla Sapienza di Roma e specializzata in diritto amministrativo all’Università Federico II di Napoli, Vaccaro in passato ha svolto il ruolo di prefetto ad Arezzo. Già vice capo dipartimento e direttore centrale per la difesa civile e le politiche di protezione civile presso il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, è destinata a svolgere anche l’incarico di commissario straordinario del governo per l’area del Comune di San Ferdinando. 

Non ha intenzione di mantenere le distanze, anzi, ha chiarito che la sua porta rimarrà aperta e che intende conoscere i territori vivendoli. Di andare nelle scuole per ascoltare e apprendere il punto di vista dei giovani.

Sui migranti e sulle sorti di San Ferdinando ha le idee chiare: «Ho già ricevuto il dossier e valuteremo presto come intervenire. La questione migranti non è nuova. E’ un labirinto molto grosso e complesso e va affrontato passo per passo. Il Sud è una terra di accoglienza, ma anche di grande difficoltà, noi faremo la nostra parte cercando anche di coinvolgere il territorio. E’ anche una questione di risorse, non sarà facile, ma conto e confido in una direzione generale intelligente sulla questione».

E sui numeri che vedono la provincia reggina contare tanti comuni sciolti per mafia la Vaccaro non ha dubbi: «Ormai sappiamo che le infiltrazioni negli enti comunali non sono problemi solo del Sud, i confini non esistono più. Il fenomeno qui è molto più evidente, ma anche in altre regioni si sono verificati scioglimenti per mafia. Il mio approccio sarà quello di verificare sempre. Ogni commissariamento è una sconfitta, il nostro impegno deve essere quello di rispristinare i giusti equilibri».