La Calabria è una terra di bellezza e potenziale, ma spesso soffocata da interessi illeciti. Lo ha ricordato il Colonnello Agostino Tortora, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, nell’intervista rilasciata a ilReggino.it in occasione dell’anniversario delle Fiamme Gialle.

«La ’Ndrangheta – ha detto – si infiltra in ogni segmento dell’economia, drogando il mercato, alterando la concorrenza e scoraggiando chi vuole investire onestamente». Per questo il lavoro della Guardia di Finanza non è solo repressione, ma anche tutela della libertà economica e sostegno allo sviluppo.

Il colonnello sottolinea che la vera sfida è proteggere il tessuto imprenditoriale sano, aiutando le aziende a denunciare e a resistere: «Dove lo Stato c’è, l’economia torna a respirare».
Una giornata importante: una festa, una celebrazione, ma anche un momento per fare un bilancio significativo. È passato un anno, un anno che li ha visti protagonisti.
«Celebriamo il nostro 251° anniversario e, come per ogni anniversario, si tratta sia di un esercizio di memoria, sia di una riaffermazione delle nostre responsabilità. Noi siamo la polizia economico-finanziaria italiana: cerchiamo di tutelare l’economia legale, ma soprattutto, sulla base della nostra vocazione fortemente sociale, vogliamo stare accanto ai cittadini perbene e alle imprese oneste».

Ecco, a Reggio Calabria si parla spesso di un ambiente in cui l’economia è soffocata dalla ‘ndrangheta. Noi, in questo settore, siamo in prima linea. Qual è il bilancio che possiamo tracciare?
«Guardi, noi abbiamo come finalità precipua quella di affrancare i cittadini perbene e le forze produttive del territorio dalle insidie delle infiltrazioni della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta. Ma anche dai pericoli di coloro i quali vogliono alterare i mercati e dalle prevaricazioni di chi non rispetta le regole, ledendo quel vincolo di lealtà minimale che lega fra loro i cittadini e che sta alla base di una convivenza civile».

Guardando invece al futuro, qual è l’augurio che fa a questa città e al vostro Corpo?
«Questa è una città bellissima. Non lo dico io, lo dicevano gli antichi Greci, e più di recente lo hanno detto Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio, Cesare Pavese. Penso che si possa essere felici anche in uno dei posti più belli del mondo. Io penso che c’è una speranza per Reggio Calabria. Però non basta l’azione repressiva: è importante che tutti i cittadini si ispirino a principi di solidarietà politica, economica e sociale. Questo significa che tutti devono rispettare le leggi, che tutti devono contribuire, in relazione alla loro capacità contributiva, alle spese pubbliche. Ma, soprattutto, tutti devono svolgere un’attività lavorativa per il bene e per il benessere del territorio».

Negli ultimi anni, com’è cambiato il trend? È migliorata la situazione? «Si è fatto tantissimo, ma ancora molto resta da fare. Come dirò nel mio discorso, all’antimafia cosiddetta dei delitti, quella che toglie le erbacce da un terreno incolto, bisogna aggiungere l’antimafia dei diritti: quella di tutti i cittadini, quella che poggia tantissimo sulla volontà, sull’impegno, sulla passione dei cittadini, i quali hanno un ruolo fondamentale, soprattutto quando sono in grado di erodere quelle fette vitali di consenso su cui si poggia la criminalità organizzata locale. Sono momenti importanti perché ci consentono di richiamare i principi di legalità, giustizia, equità. E quindi sono importanti per noi, per riaffermare le nostre responsabilità, ma anche per lanciare a tutti i cittadini un richiamo alle coscienze».