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Almeno quindici nomi cerchiati in rosso dai militari della Guardia di finanza dopo i primi approfondimenti dell’indagine che fa tremare la Cittadella regionale. Si tratta del filone che ruota attorno alle relazioni di Antonino Daffinà, sub commissario nazionale alla depurazione: per tutti erano stati chiesti perquisizioni e sequestri di «uno o più smartphone in uso».
Alcuni nomi sono diventati pubblici: lo stesso Daffinà, Tommaso Calabrò (dg del dipartimento Tutela della Salute), Alfonso Grillo (commissario del Parco delle Serre), Veronica Rigoni (stretta collaboratrice di Occhiuto), Giulio Di Nardo (docente universitario dell’Unical), Tonino Fortuna (giornalista di Vibo Valentia).