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di Pablo Petrasso – Era un altro tempo, era un’altra Calabria. Tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli 80 nasce la ’ndrangheta unitaria. Nel cuore della Piana di Gioia Tauro la mafia stracciona diventa milionaria: piovono investimenti, le cosche reclamano (e ottengono) la loro parte per la costruzione del porto. Nella cava di Limbadi, centrale nella realizzazione dello scalo, i Mancuso entrano da prestanome delle cosche reggine e si fanno boss ricchi e temuti.
C’è un movimento antimafia che denuncia, lotta, si oppone. Peppe Valarioti è in prima linea: morirà a Nicotera nella notte tra il 10 e l’11 giugno 1980, appena dopo aver festeggiato con i compagni comunisti la vittoria elettorale a Rosarno. Per dirla con il sottotitolo del libro che Giuseppe Lavorato dedica al racconto di quella storia, è il primo assassinio politico compiuto dalla ’ndrangheta. Un assassinio che le indagini rischiano di derubricare a delitto passionale.