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Nuovi sviluppi inattesi sono emersi oggi sul caso dell’omicidio del giudice Antonino Scopelliti. Dopo quasi 34 anni si rileva la presenza di un’autoradio sulla scena del crimine. Gli accertamenti tecnici biologici non ripetibili attesi per il 6 giugno riguarderebbero, infatti, l’autoradio della Bmw all’interno del quale viaggiava il giudice i giorno del suo omicidio. Nuovi esami che potrebbero completare il quadro della scena del crimine consegnando una ricostruzione, già iniziata ad aprile, utile a comprendere la dinamica dell’azione omicidiaria. Gli esami biologici potrebbero anche accertare la presenza di tracce utili alle indagini per restituire verità e giustizia nonostante il tempo trascorso.
Sentita la figlia del Giudice, Rosanna Scopelliti è ancora tanto lo sconcerto per le nuove scoperte: «Quando a mia madre e me è stata consegnata la macchina di papà nei primi anni 2000, al momento del dissequestro, non abbiamo rinvenuto l’autoradio al suo interno. Sono felice dell’ottimo lavoro che la Procura sta svolgendo riportando alla luce nuovi elementi che fanno ben sperare. Vorremmo capire quando e da chi quest’autoradio è stata prelevata e chi la deteneva considerato che dal momento del dissequestro l’auto è stata custodita in un garage a Roma nell’esclusiva disponibilità di mia madre e mia. Desidero ricordare che lo scrittore Prestifilippo nel suo libro dedicato a papà, scrive che mio padre quel tragico giorno ascoltava una musicassetta della Vanoni testimonianza della presenza dell’autoradio il giorno dell’omicidio».
Il provvedimento, firmato dal procuratore Giuseppe Lombardo e dalla pm Sara Parezzan, doveva coinvolgere gli indagati – molti dei quali detenuti – e i familiari del magistrato, parti offese nel procedimento.
Le operazioni si svolgeranno presso i laboratori del Gabinetto regionale di polizia scientifica, dove i magistrati conferiranno incarico a un perito, con facoltà per gli indagati di nominare propri consulenti tecnici. Solo successivamente sarà possibile stabilire quando inizieranno le analisi vere e proprie.
Al perito nominato dalla Procura è stato chiesto di «verificare – si legge nel quesito – la presenza di eventuali tracce biologiche e procedere ai conseguenti ed eventuali rilievi sulle tracce presenti sull’autoradio in sequestro, utili sia per la determinazione del profilo del Dna e ai fini balistici, per ricostruire la direzione dei colpi esplosi». L’accertamento sull’autoradio inizierà materialmente domani.
Quando la polizia scientifica completerà le operazione e depositerà l’informativa con i risultati, la Direzione Distrettuale Antimafia li dovrà confrontare «con gli ulteriori accertamenti in corso – scrivono i pm – al fine di effettuare una ricostruzione tridimensionale della scena del crimine, determinare la dinamica dell’azione omicidiaria e ricostruire la traiettoria dei proiettili esplosi».
Il nuovo accertamento si inserisce in un quadro investigativo riaperto dopo decenni, che si è intensificato nel 2019 con il ritrovamento del fucile usato nell’omicidio, recuperato a Belpasso (Catania) grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola.
Il successivo esperimento giudiziale dell’8 e 9 aprile 2025 ha visto la ricostruzione della scena del crimine a Piale, frazione di Villa San Giovanni, 34 anni dopo l’attentato in cui il giudice perse la vita. Per l’occasione, la polizia scientifica ha utilizzato l’autovettura originale del magistrato, una BMW 318i, una replica del fucile e una moto identica a quella dei killer.
A oggi restano 20 gli indagati, accusati di omicidio, tra cui nomi di vertice della ’Ndrangheta reggina e della Cosa nostra catanese.