«Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi, 28 settembre 2025, il sacrificio di Demetrio Quattrone e Nicola Soverino – dichiara in una nota Romano Pesavento, presidente del coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani – vittime innocenti della ‘ndrangheta, assassinati 34 anni fa a Reggio Calabria.

Demetrio Quattrone, ingegnere di 42 anni, era noto per la sua integrità e il suo impegno professionale. Funzionario dell’Ispettorato del Lavoro, aveva ricevuto incarichi delicati, tra cui perizie su appalti sospetti nell’area di Gioia Tauro e sulla centrale dell’Enel. Il suo lavoro metteva in luce le infiltrazioni mafiose nel settore edilizio, attirando l’attenzione delle cosche.

Nicola Soverino, medico omeopata di 30 anni, fu ucciso insieme a lui, probabilmente per eliminare un testimone scomodo. La loro morte avvenne in un periodo segnato dalla Seconda guerra di ‘ndrangheta, conflitto che tra il 1985 e il 1991 causò circa 700 vittime.

Oggi, nonostante il trascorrere degli anni, la memoria di Demetrio e Nicola rimane viva. È dovere delle istituzioni e della società civile trasformare il ricordo in azione concreta contro la criminalità organizzata.

La scuola è l’arma più potente contro la ‘ndrangheta. Educare significa formare cittadini consapevoli, capaci di riconoscere e rifiutare la violenza, la corruzione e l’omertà. Gli insegnanti non trasmettono solo conoscenze, ma valori e strumenti di resistenza morale, creando anticorpi culturali contro ogni forma di sopraffazione e illegalità.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene fondamentale che ogni istituto scolastico diventi un presidio di legalità: laboratori, incontri, percorsi di memoria, testimonianze dirette e progetti educativi devono essere un muro culturale invalicabile contro la mafia.

Ricordare Demetrio e Nicola significa trasmettere ai giovani il coraggio di dire no, di denunciare, di difendere la propria dignità e i propri diritti. La scuola deve essere luogo di formazione civile, dove il rispetto della legge diventa pratica quotidiana e non semplice concetto astratto.

Non dimenticare significa agire. Onorare le vittime significa educare. Ricordare significa costruire una società libera dalla paura e dall’omertà.

Il Cnduu conferma la propria determinazione a promuovere una scuola che sappia essere presidio di legalità, laboratorio di diritti e anticorpo culturale contro la ‘ndrangheta, affinché il sacrificio di Demetrio e Nicola diventi seme di giustizia e coraggio civile», conclude Romano Pesavento, presidente del coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani