Mai come in quest’estate 2024 è stato più lapalissiano qual è uno dei più grandi problemi del Sud Italia. Lo viviamo giorno dopo giorno, e ci costringe a peripezie assurde che nel resto d’Europa passerebbero quasi per barzellette belle e buone, Se non fosse che purtroppo non c’è niente da ridere.

Dalla siccità all’istruzione, dalla sanità ai trasporti, l’enorme gap con cui dobbiamo convivere – e che difficilmente potrà essere colmato in tempi brevi se non con uno sforzo epocale e con lo stanziamento di ingenti risorse come mai prima d’ora – è quello delle infrastrutture.

Italia divisa in due

Siamo nel bel mezzo della stagione turistica, ed alle porte di un agosto rovente in tutti i sensi, ed il sud Italia si trova praticamente isolato dal resto del paese. Il motivo? Lo scarrellamento di alcuni vagoni di un treno merci nei pressi di Centola, in Cilento. Ma non solo. Fino a venerdì prossimo chi arriva da nord sarà costretto a fermarsi a Battipaglia, chi arriva da sud a Sapri, a causa della rimozione dei carri deragliati a Centola e il ripristino dell’infrastruttura.

Può il deragliamento di un treno bloccare l’intero mezzogiorno d’Italia? Assolutamente si, ed infatti è accaduto. A questo basta aggiungere il bug dei sistemi informatici degli aeroporti europei dello scorso venerdì – e tutte le ripercussioni, i ritardi, le cancellazioni e riprogrammazioni che ci portiamo dietro ancora oggi e forse per tutta la settimana – insieme alla chiusura del Tito Minniti lunedì per l’incidente dell’elicottero dei vigili del fuoco, ed a quella di ieri, martedì, dell’aeroporto di Catania per l’eruzione dell’Etna, ha creato e sta creando numerosi disagi a migliaia di viaggiatori diretti in Calabria e Sicilia o in partenza dalle due regioni. Neanche a dirlo, caso strano, Reggio Calabria è una delle province più penalizzate.

Mancate partenze, mancati arrivi

A rimetterci, come sempre, sono turisti e cittadini. Soprattutto quelle persone che, per motivi di lavoro, hanno l’esigenza di spostarsi secondo delle tempistiche precise. Sono tante le testimonianze di chi vi vengono in questi giorni, si è dovuto rimboccare le maniche alla ricerca di soluzioni di viaggio alternative.

Giovanna, assieme ai due figli ed alla madre anziana, avevano prenotato un bel treno ad alta velocità da Firenze a Reggio Calabria: qualche settimana di vacanza in riva allo Stretto per poi tornare a casa in Toscana. «A causa dell’incidente – racconta – il nostro treno è stato cancellato. Ci sono state proposte soluzioni alternative che, però, non erano assolutamente compatibili con la salute di mia madre oltre che a rendere il viaggio impossibile avendo anche due bambini piccoli». Come arrivare a Reggio, dunque? «In volo è praticamente impossibile, sia perché avrei dovuto pagare praticamente l’equivalente di un mese e mezzo di stipendio, sia perché con lo scalo sarebbe stato difficile». Il treno, infatti, è l’ideale in casi del genere proprio perché consente di viaggiare in comodità e su un unico mezzo. «Abbiamo dovuto “ripiegare” sul pullman. Un viaggio più lungo e meno confortevole ma sicuramente sicuro e più economico del volo».

C’è chi scende e c’è chi sale, e per chi viaggia verso nord il problema non è da meno. «Stamattina (ieri, martedì) sarei dovuto partire per Roma presto ed arrivare per l’ora di pranzo per degli impegni di lavoro. Ho dovuto annullare tutto e rimandare a non si sa quando. Volare costa troppo e sulle strade c’è troppo traffico. Sinceramente non ne vale la pena. Si parla tanto di sviluppo del sud, ma combinati così dove vogliamo andare? Da nessuna parte, appunto. Restiamo a casa ed aspettiamo tempi migliori».

Calabria nuova isola d’Italia. Ma ce lo possiamo permettere?

Dopo Sicilia e Sardegna, quindi, ecco la nuova grande isola d’Italia: la Calabria. La tempesta perfetta che si è abbattuta questa settimana l’ha praticamente isolata, a più riprese, dal resto della nazione. Perché si sa: le tempeste capitano di rado ma mettono a nudo l’anima dei problemi, facendo emergere tutte le incongruenze e le mancanze di cui è colma.

C’è l’emergenza siccità, ma anziché intervenire sulle tubature in maniera definitiva rattoppiamo le falle continuando a perdere – dalla fonte al rubinetto di casa – un litro d’acqua su due. Ce lo possiamo permettere? No.

Siamo in emergenza sanitaria continua, mancano i posti letto negli ospedali ed in alcuni casi chiudiamo reparti d’eccellenza per carenza di fondi costringendo i pazienti ad emigrare per curarsi, salvo pagare il doppio per le cure ricevute nelle altre regioni. Ce lo possiamo permettere? No.

Deraglia un treno merci e tutta l’alta velocità ferroviaria diretta a sud viene praticamente soppressa, mentre i voli subiscono ritardi dovuti ad eruzioni vulcaniche e di microprocessori impazziti, salvo non avere altre alternative se non quella del trasporto su gomma già fin troppo congestionato. Ce lo possiamo permettere? No.

Servono basi solide su cui porre le fondamenta di una nuova mobilità in Calabria. Un modo di viaggiare che non sia univoco, che possa dare più alternative e tutte parimenti affidabili, così da rendere veramente la Calabria più vicina all’Italia e all’Europa, e viceversa. Senza queste basi, queste nuove infrastrutture, continueremo a fare la fine di Pierino che anziché costruire la sua casa sulla roccia scelse di edificare sulla sabbia.