martedì,Aprile 23 2024

Reggio Calabria: Dalì, De Chirico, Fontana, Ligabue, tornano ad essere visitabili a palazzo Crupi – VIDEO

Fino a venerdì visitabile anche la mostra a cura dell’associazione Vitrioli

Reggio Calabria: Dalì, De Chirico, Fontana, Ligabue, tornano ad essere visitabili a palazzo Crupi – VIDEO

Opere d’arte confiscate e poi esposte al pubblico in un museo, un primato nazionale che condensa cultura e legalità. Un binomio che si sublima anche nella memoria, attraverso la proposta articolata con cui palazzo della Cultura Crupi di Reggio è tornato ad aprire le sue porte.

Attrattiva di primo piano resta la sala Mattia Preti che ospita stabilmente la mostra permanente “A tenebris ad lucem. L’arte ritrovata torna bene comune”, con i quadri confiscati a Gioacchino Campolo. Si tratta di tele autentiche del calibro dei Concetti spaziali di Bonalumi e Fontana, di una Piazza d’Italia di De Chirico, di Romeo e Giulietta e Fonte del Vida di Dalì, della Tigre e serpente e dello Scoiattolo di Ligabue. Con le tele di indiscusso pregio, confiscate a Campolo, nella sala dei Capolavori sono esposti anche i Nudi di donne di Fausto Pirandello, figlio di Luigi.

Recentemente, la Città Metropolitana è divenuta assegnataria anche di altri beni confiscati a Campolo ed esposti a Palazzo Crupi- Si tratta di due statue in marmo del XVIII secolo, di reperti in marmo di provenienza chiesastica e di un bassorilievo posto al piano dedicato all’Arte contemporanea (detto Pico), nel foyer intitolato alla memoria del giudice Antonio Scopelliti e di tutte le vittime di mafia. Un’opera di grandi dimensioni, realizzata da Enzo Assenza in ceramica metalizzata.

Tesori che arricchiscono il patrimonio di palazzo Crupi che, in collaborazione con l’associazione Diego Vitrioli presieduta da Antonella Gioia, fino a venerdì ospiterà anche la mostra dedicata alla famiglia del celebre latinista, con pubblicazioni di Diego Vitrioli e tele del fratello Annunziato. Allestito, altresì, un cantiere di restauro, a cura di Anna Arcudi e Francesco Lia, che resterà aperto anche successivamente. Al centro dell’attività una decina di tele della collezione Vitrioli, con alcune opere di Annunziato e Tommaso. Tale cantiere, si inquadra nel progetto “La Collezione Vitrioli: un viaggio tra Arte, Musica e Poesia”, finanziato dalla Regione Calabria con i fondi PAC Calabria 2014-2020, tra gli interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’offerta culturale presente in Calabria.

«Palazzo della Cultura Crupi tra le prime istituzioni culturali del panorama reggino a proporsi dopo il lockdown. La Città Metropolitana di Reggio Calabria ha fortemente voluto questa riapertura per tornare a rendere accessibili al pubblico i suoi tesori». Così commenta la riapertura del Palazzo, seppure con le limitazioni imposte dalla pandemia, la responsabile Anna Maria Franco, che in forte sinergia con la dirigente di settore Giuseppina Attanasio opera per potenziare l’offerta culturale. Un patrimonio tutto da riscoprire e dal quale ripartire, nonostante questo lungo momento di difficoltà. «La sala Preti è approdo di un percorso espositivo che consta di opere di carattere sacro e di altre tele del calibro di Migneco, Borghese, Cascella, Bava, artista verista reggino e Pugliese, l’artista argentino con la Calabria nel cuore», ha spiegato l’addetto al Palazzo, Angelo Melasi.

Opere preziose provenienti dall’esecuzione di diversi provvedimenti di sequestro e poi di confisca, per un totale di oltre 120 quadri, a carico di Gioacchino Campolo. Un procedimento iniziato nel 2011. Proventi di attività illecita così restituiti, in termini di fruibilità e accessibilità, alla collettività, secondo l’autentica ispirazione della legge sul riutilizzo sociale dei patrimoni illecitamente accumulati. Un primato assoluto a livello nazionale, la trasformazione di opere d’arte confiscate in opere esposte al pubblico in un museo. Le tele non autentiche e quelle in fase di studio sono esposte nelle sale Mario La Cava e Giuseppe Fantino, dove sono visitabili anche le opere di Crista, il pittore reggino Cristoforo Taglieri, ideatore della tecnica pittorica Fantafisica.

Gli altri tesori e le sale del Palazzo

A qualificare il patrimonio di palazzo Crupi anche la cartina corografica della Calabria realizzata da Francesco Mango, al secolo Padre Eliseo, e risalente alla fine del 1700. Tale pezzo, unico nel suo genere, apre la collezione donata dal senatore Guglielmo Calarco (1888 – 1974), già presidente dell’azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, scandita da opere di Bava, D’Ambrosi, Spatari, Bonfà, Monteleone. Non solo arte ma anche letteratura e poesia con la preziosa collezione di volumi donata dal senatore Calarco che dal 2016 dimora degli scaffali della biblioteca a lui intitolata. Spazio anche per il modellismo ferroviario, con il plastico di treno elettrico esposto nella sala Francesco Perri, e alle altre proposte che presto torneranno a pervenire dal territorio. Infine con la sala dell’Università, al terzo piano anche la sala Nicola Antonio Manfroce riservata alle scuole, la sala Pasquale Benintende con l’esposizione di antichi grammofoni e la sala Antonio (Totò) Delfino ospitante la biblioteca per ragazzi. Tornerà, altresì, presto l’opportunità offerta ai giovani artisti reggini di farsi conoscere esponendo le loro opere negli spazi dedicati, ossia le sale intitolate a Caterina Lo Presti, Francesco Perri, Nicola Giunta, Lorenzo Calogero, Mintom (Tommaso Minniti di cui sono esposte opere pittoriche e grafiche), Enza Sant’Ambrogio, Oreste Lionello.

La storia del Palazzo e le sinergie virtuose

L’edificio di via Emilio Cuzzocrea a Reggio Calabria, costruito verso la fine degli anni Venti, fu adibito a brefotrofio e, durante la seconda guerra mondiale, fu anche colpito dai bombardamenti del 21 maggio del 1943. Morirono, in quel drammatico frangente, trentatré bambini, centoquattro balie e una suora. Prima del lockdown il palazzo ha ospitato una mostra documentale e fotografica dedicata, recante il titolo “Trentatré stelline”. Il palazzo fu poi ricostruito nel 1948 e come brefotrofio restò attivo fino alla fine degli anni Ottanta. Finito di restaurare, è stato inaugurato nel 2016 su forte impulso dell’allora amministrazione provinciale di Reggio Calabria, presieduta da Giuseppe Raffa e dell’assessorato alla Cultura e alla Legalità retto da Eduardo Lamberti Castronuovo. Per esporre qui la pregiata collezione di quadri, insostituibile e preziosa è stata la convergenza di intenti della sezione Misure di prevenzione patrimoniale del tribunale reggino nelle persone delle magistrate Kate Tassone e Ornella Pastore, l’agenzia nazionale Beni sequestrati e confiscati nella persona della responsabile Matilde Pirrera e la sovrintendenza Belle arti e Paesaggio all’epoca guidata da Margherita Eichberg.

Custodite per circa quattro anni nel caveau della Banca d’Italia, nel 2013 le 108 tele del primo sequestro erano già state esposte temporaneamente, in occasione della mostra “Arte torna Arte” allestita al Museo Archeologico della Magna Grecia di Reggio Calabria, all’epoca ancora in fase di ammodernamento. Nel frattempo, completatisi il procedimento giudiziario di confisca delle opere e i lavori di ristrutturazione del Palazzo, nel 2016, con la collezione di capolavori stabilmente esposta, è stato possibile inaugurare palazzo Crupi, divenuto così presidio di cultura, legalità e memoria. Ad oggi palazzo Crupi ospita anche mostre di arte contemporanea e numerosi sono stati gli incontri culturali che hanno animato la sala intitolata a Saverio Strati e i percorsi avviati con le scuole. Tutte attività che si spera di poter riavviare quando la pandemia sarà finita.

 

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