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Bronzi di Riace, Sgarbi: «Li vidi nel 1972 e da allora sono la mia luce» – VIDEO

Il sottosegretario: «Interlocuzione con Occhiuto perché le statue siano conosciute davvero in tutto il mondo, poi vedremo in che modo»

Bronzi di Riace, Sgarbi: «Li vidi nel 1972 e da allora sono la mia luce» – VIDEO

«Le opere esistono quando sono visibili. Così i bronzi di Riace lo sono, opere di arte contemporanea, dopo la nascita dall’acqua.  Voi li conoscete da 40 anni ma io da 50. Ero un giovane studente venuto a vedere le tavolette di Antonello da Messina e un custode mi disse: “Vuoi vedere una cosa carina?”. Aprì una porta e mi trovai di fronte i Bronzi, erano in buone condizioni. Li vidi nel 1972 e da allora sono la luce dei miei occhi».

Comincia così il racconto del sottosegretario Vittorio Sgarbi, in visita al Museo Archeologico di Reggio Calabria, a sorpresa stamattina, per l’inaugurazione della tre giorni di studi a cura del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria, presentazioni, approfondimenti, nuovi rilevamenti e proposte intorno ai due guerrieri di bronzo dei quali da luglio 2022 si celebra l’anno del ritrovamento.

Ad aprire le danze Fabrizio Sudano, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia. A seguire il benvenuto da Carmelo Malacrino, direttore del Museo, padrone di casa, e poi ancora il vicepresidente della Regione, Giuseppina Princi, il vescovo metropolita di Reggio e Bova Morrone, il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace, l’assessore comunale alla Cultura Irene Calabrò. Ad illustrare la giornata dedicata a Paolo Moreno, emerito studioso delle due statue, lo storico e docente di numismatica all’università degli studi di Messina Daniele Castrizio.

Bronzi, ponte per l’Italia

«Il vero ponte per la Calabria sono i Bronzi. Oggi la loro persistenza in Calabria rende la Regione una capitale. Una scuola di pensiero intende che qui debbano stare in eterno, su questo non voglio pronunciarmi, già ho avuto polemiche per una semplice ipotesi non portata a compimento. Ma parlerò con Roberto Occhiuto affinché davvero la loro importanza sia conosciuta nel mondo» afferma Sgarbi.

Per il sottosegretario la politica e la cultura devono andare insieme. I Bronzi la rendono la Calabria una regione per cui ci vuole la massima considerazione, così come il museo che pone Reggio al centro della musealità nazionale».

Altro aneddoto. Sgarbi ricorda che, tra il 1976 e il boom di popolarità degli anni Ottanta il volto di una della due statue fece capolino nella pubblicità della Valtur.

I Bronzi e le statue di San Casciano

E nel ruolo di sottosegretario Sgarbi è molto attento a non lasciarsi andare a ipotesi di spostamenti delle due statue greche: «La direzione che ha dato Occhiuto mi sembra quella giusta.

Le sensibilità calabresi sono tali che avere un presidente di Regione che intende dare il massimo rilievo internazionale ai bronzi è un punto di partenza utile per evitare che un commissariamento, non tanto del ministero, ma della mia persona, indichi strade di cui oggi non voglio parlare. Il popolo deve intendere il modo migliore per valorizzarli e di questo parleremo col presidente».

E ancora «Preso atto che il museo è formidabile che i bronzi sono straordinari occorre dire che la loro importanza è imparagonabile ai 24/26 bronzi di San Casciano Bagni, sono opere importanti ma di qualità meno significativa. Certamente è una scoperta per l’integrità e la quantità, ma sono incomparabili, come non si può comparare il mondo greco o romano rispetto all’importanza delle invenzioni.

La terra ci fa trovare delle opere straordinarie per festeggiare il 50° dei bronzi di Riace che sono tra le opere più alte espresse dalla civiltà antica. Quelli di San Casciano sono di produzione media e di qualità media, dal punto di vista antropologico stabiliscono con le scritte rinvenute, un nesso tra Etruschi e Romani. Per i Bronzi il primato è nella loro stessa natura estetica».

L’integrità bronzi

Fermi al museo dal 2016 per i bronzi forse è venuto il momento di fare qualche verifica sul loro stato di salute.  «La dottoressa Mazza ha pubblicato uno studio, in queste ore, indicando che alcuni riferimenti di ricerca debbano essere ancora fatti. È bene che l’Istituto centrale di restauro porti a compimento le ricerche sospese.

È difficile immaginare opere più accudite, assistite e studiate dei bronzi. Non bisogna in alcun modo indicare nessun limite a quello che è stato fatto per i bronzi e per la loro conservazione».

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