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Non solo la casa del confino di Cesare Pavese e la Scala pavesiana. L’itinerario culturale, messo a punto dalla Pro Loco, che ricorda i mesi di esilio tra il 1935 e il 1936 a Brancaleone nel reggino dello scrittore piemontese durante il regime fascista, si arricchisce di altre due tappe. Sono stati installati dei pannelli illustrativi che sottraggono all’oblio e all’anonimato il palazzo, di proprietà privata e adesso non più in vendita, che ospitava la locanda Da Cesira dove Pavese soggiornò appena giunto in Calabria, e il locale che un tempo ospitava il Bar Roma, che Pavese soleva frequentare e che aveva lo stesso nome dell’albergo di Torino dove proprio il 27 agosto 1950 mise fine alla sua vita. I pannelli danno all’esterno, dal momento che i locali sono inagibili e inaccessibili e necessitano di un importante intervento di riqualificazione.
L‘amministrazione comunale di Brancaleone, guidata da Silvestro Garoffolo, confermando il suo intento di recuperarli e di renderli fruibili, ha presentato un progetto volto alla realizzazione del parco letterario Cesare Pavese, partecipando al bando della Regione che finanzierà sei progetti degli oltre 100 presentati, con un milione di euro ciascuno.
Il progetto
«È stato un percorso laborioso e partecipato – spiega il vicesindaco e assessore alla Cultura di Brancaleone, Giovanni Alessi – in cui sono stati coinvolti 18 associazioni di questo e dei territori limitrofi, diverse università, la fondazione Cesare Pavese, i parchi letterari Salvatore Quasimodo e Giovanni Verga, 15 imprese commerciali. Una rete in cui ciascuno darà il suo contributo. Tutto ciò nell’ottica di costituire un nuovo soggetto giuridico, come espressamente previsto dal progetto, che gestirà il Parco letterario Cesare Pavese, una volta finanziato e realizzato.

Il nostro progetto prevede una serie di interventi. Attraverso la riqualificazione della scuola elementare di Galati, che darà nuovo lustro anche alla frazione, e dello storico palazzo in cui soggiornò Cesare Pavese appena giunto a Brancaleone per il confino e dell’annesso locale che ospitava il bar Roma, l’obiettivo è quello di realizzare un itinerario museale e culturale dedicato allo scrittore piemontese. I locali della scuola diverranno un museo con centro multimediale interattivo e caffè – libreria. Il caffè e un punto musealizzato saranno realizzati anche dove un tempo c’era il bar Roma mentre il palazzo in cui soggiornò prima di recarsi alla casa del confino diverrà un B&b sempre a tema pavesiano e sempre con dei punti musealizzati. L’arredamento richiamerà l’epoca e sarà, pertanto, in stile anni Trenta.
Non ci fermeremo qui – prosegue il vicesindaco Giovanni Alessi – poichè abbiamo anche inserito nel progetto anche la collocazione di una panchina letteraria sempre a tema pavesiano a Brancaleone Vetus. Un’articolata azione di valorizzazione, dunque, con componenti che produrranno reddito come la libreria, i caffè, il B&b».
Le prospettive

«Speriamo di ottenere il finanziamento in modo da valorizzare al meglio questa identità culturale, riqualificando anche i beni al centro degli interventi. Il palazzo è di proprietà privata e, ai fini di questo progetto, concesso al Comune in comodato d’uso gratuito dalle famiglie Autolitano Bertullo. Non escludiamo, in futuro, di potere trattare con la proprietà un eventuale acquisto. Intanto attendiamo la pubblicazione della graduatoria del bando che, stanti le vicissitudini della Regione, ormai ci aspettiamo di vedere ormai nei prossimi mesi. Il nostro è uno degli oltre cento progetti presentati. Molti sono anche del reggino. Speriamo che il nostro sia tra i sei che saranno finanziati», conclude il vicesindaco Alessi.
Sinergie virtuose
Una prospettiva preziosa per recuperare la scuola di Galati e anche lo storico palazzo privato, salvaguardandone la valenza culturale. La famiglia Autolitano Bertullo ha sottoscritto un contratto di comodato d’uso gratuito della durata di 15 anni con il Comune. Un contratto la cui attuazione è vincolata all’aggiudicazione in capo allo stesso Comune del bando sui Parchi letterari pubblicato dalla Regione Calabria e di cui si attende di conoscere gli esiti. Intanto la Pro loco di Brancaleone prosegue con l’allestimento dell’itinerario dei luoghi pavesiani.

«Siamo in attesa di sapere se il progetto sarà finanziato. Intanto, in accordo con i proprietari, abbiamo provveduto a una riqualificazione esterna. In occasione della giornata Ecologia Epli, con i nostri volontari del Servizio Civile Universale abbiamo ripulito gli spazi antistanti. Abbiamo apposto una targa che rende il palazzo, anche senza potere accedere all’interno, già una tappa dell’itinerario dei luoghi pavesiani, da noi ideato e in fase di realizzazione, e meta di visite turistiche e didattiche. Un percorso da darà la possibilità, attraverso i Qr code presenti sulle targhe, di accedere a maggiori informazioni e approfondimenti. Un’operazione di rigenerazione urbana e sociale che rende un luogo fino a ieri anonimo una meta culturale e che ha già intercettato, questa estate, la curiosità di tanti turisti».
La scrittura in esilio
All’esilio nel profondo Sud sono legate due opere di Pavese, “Il Carcere”, ispirato proprio al confino, e “Il mestiere di vivere. Diario 1935-1950” che iniziò a scrivere proprio a Brancaleone. Due pietre miliari della produzione pavesiana, come sottolineato dal poeta portoghese Josè Manuel De Vasconcelos, suo eminente studioso, nei giorni scorsi a Reggio per ricevere il premio Una vita per la Cultura “Giuseppe Casile” del RhegiumJulii.
«Nel Carcere – spiega Josè Manuel De Vasconcelos – Pavese racconta l‘esilio, il confino e la dimensione emotiva e intima che prescindono dal luogo in cui ha vissuto quel frangente drammatico delle sua vita per focalizzarsi sullo sradicamento e sulla solitudine. Il Mestiere di Vivere è un diario anch’esso intimo e che io ritengo fondamentale, unitamente al carteggio e alle lettere, per comprendere la densità del nucleo dell’opera di Pavese e del suo pensiero».

