«Un ricordo vivo, un ricordo bello. Tanta gente che c’è qui, soprattutto le sue ex allieve e allievi, i suoi ragazzi che ha custodito, ma anche le persone che con lei hanno fatto del bene in questa città e che continua». Così monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio – Bova stamane, nel corso della presentazione, a palazzo San Giorgio, del programma che l’Unitas Catholica, in collaborazione con il Comune e l’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, ha allestito per celebrare e ricordare suor Maria Grazia Gallingani, storica fondatrice e presidente della Fondazione Unitas Catholica che, per ben 63 anni, ha operato in favore dei minori in stato di disagio socio-ambientale nella città di Reggio Calabria.

Le testimonianze

«Testimonianze – aggiunge il vescovo – che non sono nel passato ma nell’attualità di questa memoria e dunque nella carne, nei sogni e nell’impegno di tanti uomini e donne qui presenti che seguono la sua opera direttamente o indirettamente.

Tra le tante testimonianze della carità, intesa come il profumo dell’umanità di Gesù che si prende cura di tutti, ancora oggi parla quella di don Italo Calabrò e di tanti altri. Nell’esperienza dell’accoglienza, di cura, di prossimità di uomini e donne che si ispirano al Vangelo attraverso la testimonianza di questa donna. Dunque una memoria attuale che spinge la vita ad andare avanti nonostante le difficoltà e le emergenze».

Il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, che nel territorio operativo di suor Maria Grazia è stato vicepresidente poi presidente di circoscrizione, afferma «Grazie per averci coinvolto in questa iniziativa. Ho avuto il piacere di conoscere suor Maria Grazia. È stata un riferimento per le istituzioni. Anche con lo storico presidente Saverio Verduci c’era un rapporto di conflitto e amore. Era tosta e aveva una grande fermezza».

A palazzo San Giorgio erano in tanti, tra la commozione di risentire le parole della suora, piccola nell’aspetto ma di grande determinazione e presenza. Un lavoro seminato negli anni che porterà ancora frutti nei suoi figli spirituali. Come la testimonianza di Marcella Ritto, assistente sociale che ha moderato l’incontro e la psicologa Patrizia Prestamburgo che al Fondo Versace ha prestato servizio. «L’ho conosciuta quando la sua opera era consolidata. Ho bussato a questa porta perché volevo offrirmi come affidataria di bambini bisognosi. Sono entrata e mi sono innamorata. Sono andata per fare un servizio d amore e ho ricevuto moltissimo. Quindi fai un servizio d’amore e vieni nutrita».

Vincenzo Trapani Lombardo ricorda con affetto «L’amore e il rigore che ci ha insegnato suo Maria Grazia».

Per don Antonio Pangallo: «Le cose passano ma ciò che non passa è l’opera e noi siamo qui a fare memoria viva. La mostra che ripercorre la vita della suora doverosa e giusto per dimostrare la nostra riconoscenza».

Gli eventi

In mattinata è stato tagliato il nastro della mostra che custodisce un ritratto della suora e le immagini del suo cammino di costruzione del bene e della carità nella città dello Stretto.

Un altro momento significativo, invece, sarà rappresentato dal concerto del coro di voci bianche “Millenote” e della banda musicale di Reggio Calabria, diretti dal maestro Roberto Caridi, organizzato per il 21 maggio, alle ore 17:30, a Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana.