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«Questo Natale non voglio perdermi in parole. Vorrei solo starti accanto, da qui, da dove sono. Vorrei solo darti qualchesuggerimento perché tu sia più sereno. Perché questa festa non sia una parentesi rumorosa nella confusione della vita.
Accogli queste parole, se ti va, come dette da un povero in ginocchio che, dal basso della sua altezza e dalla libertà dellasua povertà, non ha nulla di suo da offrire, né la forza di portati in braccio. Queste sono parole di chi ti affida, in ginocchio accanto la mangiatoia di Gesù bambino.
Segui la stella, quella vera: che illumina senza fare boati. Quella che non è anticipata dal suono delle sirene e che nonprelude a distruzione. Segui la stella, quella vera: che non fa rumore di morte. Nella vita non sempre si può sapere dove sigiungerà, ma sempre si può scegliere dove andare e, soprattutto, chi seguire.
Evita i botti, fallo per coloro che hanno paura: in molte parti del mondo sono rumori di guerra; almeno quest’annorinuncia e, invece di bruciare soldi, dona a chi ha bisogno.
Non fare rumore: hai necessità di silenzio per capire dove vai, chi stai seguendo e quante occasioni di bene non puoiperdere. Perché nella vita bisogna rinunciare al rumore assordante, per evitare di perdere il sussurro del bene.
Dedica tempo al silenzio: è il pentagramma delle parole eterne delle quali il tuo cuore ha bisogno. Ne ha bisogno la tuamente e ne ha bisogno chi ti sta accanto. Solo se le incontri nella mangiatoia del silenzio e le accogli nella culla del cuore, lepotrai far crescere fino alle tue labbra e, così, le potrai ridonare. Perché nella vita diciamo ciò che ascoltiamo e se ascoltiamo“vuoto” diciamo “nulla”. Se ascoltiamo e diventiamo una parola eterna, parliamo anche quando tacciamo, quando facciamo,quando non ci siamo…quando non ci saremo. Perché siamo diventati una parola eterna.
Non giocare a carte fino a tardi e se lo fai non ti arrabbiare, divertiti. Sappi perdere: perché, nella vita, ogni tantobisogna far vincere l’altro…e non sprecare tanti soldi. Per divertirsi bisogna donare, non vincere. E se vinci qualcosacondividilo con chi ha bisogno. Non si vince nulla se non si vince il proprio egoismo.
Non mangiare troppo e, soprattutto, non limitarti a mangiare. E, se vuoi mangiare bene, rinuncia a qual- cosa e condividila con chi non ha da mangiare e, soprattutto, impara a farlo non solo a Natale.
Non perdere tempo. Approfitta per stare con qualcuno che sai che l’anno prossimo non ci sarà, sarà Natale anche per lui.E capirai che la vita passa, come passano i natali, ma anche che il Natale rimane, come rimane la Vita. E questo ti daràconsolazione… vi darà consolazione.
Ricorda anche quanti non ci sono e non ti intristire; almeno, non farlo troppo. Quanti non ci sono più continuano acelebrare con te la festa della vita, quella vera, quella piena, quella rinata.
E soprattutto prega, non chiederti come si fa. Pregare non è fare; è stare. Prega, e basta. Prega per te, per la tua famiglia.Per coloro che si prendono cura degli altri. Prega per gli uccisi di tutte le guerre, ma anche per chi ha ucciso. Sono morti sia gliuni che gli altri. Prega per le tante persone, vite anonime consumate a fare il bene negli angoli più bui della storia.
Prega per i disperati, e fallo con fede, poca o molta non conta. La fede non è una quantità, ma la qualità dell’intenzionedel cuore. È nella preghiera che impari a perdonare, a compatire, a consolare, a sperare.
In ginocchio e povero, porto te e tutti coloro che leggono questo messaggio, nella mangiatoia di Betlemme. Poggiandoqui questo testo, poggerò ciascuno accanto al piccolo sorriso di Gesù. Lo farò con semplicità e con fede. Perché sono qua perquesto. Da qui ti raggiunga questo messaggio».
Ogni bene, don Valerio

