In occasione della giornata della Poesia, mi fa piacere comunicare una mia interessante scoperta che riguarda un poeta dialettale di cui fino ad ora non c’era notizia. Grazie al reperimento fortuito di un manoscritto, ho avuto modo di conoscere un poeta, purtroppo anonimo, che agli inizi del Novecento trascrisse una serie di componimenti in dialetto, dando come titolo “Canti calabresi inediti raccolti sulla montagna di Calanna presso Reggio”.

Il manoscritto si presenta come un quadernetto composto di 12 pagine scritte in un fitto corsivo, a volte facilmente decifrabile, altre meno.

Una notevole difficoltà è data dal dialetto usato, che certamente ricalca il reggino, ma che altrettanto certamente risente fortemente dell’influenza dall’Italiano, lingua d’uso dell’anonimo autore, oltre a risentire della mancanza di una norma trascrittiva che a tutt’oggi costituisce uno degli ostacoli principali per un uso letterario del dialetto.

Le poesie ricalcano gli schemi della poesia popolare tradizionale: per la maggior parte di argomento amoroso, non mancano testi di occasione o di carattere scherzoso.

A mio avviso i componimenti, pur se presentati come di origine popolare, sono di paternità del poeta, o comunque egli dovrebbe avere dato a dei canti popolari una forma più, diciamo così, artistica.

Spero che questo ritrovamento susciti interesse e che sia possibile pubblicare presto questo piccolo gioiello della nostra letteratura dialettale. Al momento trascrivo una delle poesie, dedicata alla donna amata:

Se fici votu a santa Margherita

C’un filu d’oru a pingiri n’artaru

Mi pingiu dda brunetta sapurita

Chidda chi l’oru tessi a lu tilaru

Ananzi mangiari si tessi la sita

Dopu mangiari lu villutu chiaru

Luci cchiù chiddu pettu di dda’ zita

Chi non luci la luna di ginnaru.

Filippo Arillotta