Il Gom manda a casa 55 infermieri. Ospedale a rischio paralisi
Gli operatori sanitari a tempo determinato dopo una prima proroga hanno ricevuto il ben servito nonostante le croniche carenze di personale
Sono oltre 55 gli infermieri del Grande Ospedale Metropolitano, assunti a tempo determinato, e che attendevano il rinnovo del contratto, che da questa mattina hanno iniziato a ricevere la lettera di risoluzione del contratto.
Un ben servito inatteso e apparentemente ingiustificato considerando la grave crisi legata alla carenza di organico che l’intera azienda ospedaliera sta affrontando da tempo. Esattamente come per i colleghi delle altre provincie, gli infermieri attendevano il rinnovo del contratto, invece, quello che si sta verificando in queste ore è l’esatto contrario. Hanno ricevuto la lettera di risoluzione del contratto al 31 dicembre.
In un ospedale “normale”, forse, questo sarebbe visto come un passaggio di routine, considerando che le 55 unità interessate (ma potrebbero essere molte di più) sono state chiamate e impiegate come sostituzioni. Ma al Gom no. A queste latitudini dove la sanità è in un perenne stato di crisi ed emergenza questi licenziamenti potrebbero determinare un serio problema nelle attività di reparti strategici come cardiologia ed altri di primo piano.
Il commissario Saverio Cotticelli, per far fronte a questi mancati rinnovi inaspettati, probabilmente continuerà ad attingere alla graduatoria Asp da dove gli stetti “licenziati” sono stati attinti. Ma le procedure necessarie all’assunzione di nuove unità causerebbero un vuoto che rischia di paralizzare l’ospedale. I tempi tecnici di convocazione, formazione e visite mediche obbligatorie, esporrebbero l’intera struttura a un’assenza di personale che, considerando l’attuale stato organico sottodimensionato rispetto alle esigenze, l’azienda non può permettersi.
Adesso si attende la reazione dei lavoratori e dei sindacati che di certo non resteranno a guardare mentre viene consumata l’ennesima ingiustizia che, come accade sempre, alla fine ricade sui pazienti che rischiano di non avere cure e assistenza adeguata per una carenza ormai cristallizzata di personale che, con queste unità in meno, non farà altro che peggiorare.
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