giovedì,Aprile 25 2024

Porto di Saline, Mega: «Entro due anni la riapertura parziale con 100-150 posti per il diportismo» – VIDEO

Il presidente dell'autorità di sistema portuale dello Stretto annuncia i primi interventi. Intanto il primo report della Mediterranea ha chiarito le cause dell'insabbiamento

Porto di Saline, Mega: «Entro due anni la riapertura parziale con 100-150 posti per il diportismo» – VIDEO

«Parte dell’imboccatura sarà riaperta entro i prossimi due anni, garantendo tra i 100 e i 150 posti barca. Per il totale ripristino sarà necessario attendere il completamento dello studio dell’università Mediterranea e il piano regolatore. Questo dovrebbe entrare in vigore dal 2024. Le procedure saranno più complesse e i tempi più lunghi. Con il ripristino parziale che stiamo avviando, intanto, il porto di Saline tornerà a vivere, riappropriandosi gradualmente della sua identità e divenendo sempre più fruibile».

Così il presidente dell’autorità di sistema portuale dello Stretto, Mario Mega, intervenuto ieri pomeriggio alla conferenza stampa relativa ai primi interventi di rifunzionalizzazione dell’infrastruttura da tempo insabbiata e inattiva.

Il primo report

L’incontro con i giornalisti ha avuto luogo presso il comune di Montebello Jonico, in cui ricade la frazione di Saline, alla presenza della sindaca Maria Foti, e di tante autorità tra le quali il deputato Francesco Cannizzaro, il sindaco facente funzioni della città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, e in rappresentanza del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il consigliere Giuseppe Mattiani.

Presente anche il professore Felice Arena, ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia del dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia, dell’Ambiente e dei Materiali dell’università Mediterranea. Felice Arena ha coordinato il gruppo di ricerca incaricato dall’autorità di sistema portuale dello Stretto. Presentato il primo report dello studio ancora da completare. Sulla scorta di esso, il porto di Saline potrà essere parzialmente riaperto e, intanto, iniziare a ospitare un‘area da diportismo.

Strategica la competenza dell’autorità portuale

L’autorità di sistema portuale dello Stretto, competente per i porti di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Messina, Tremestieri e Milazzo, dal 2022 ha visto estendere il suo ambito di gestione anche al porto di Saline Joniche.

«Siamo particolarmente soddisfatti di questa fase di rilancio di un porto dal grande potenziale e invece insabbiato e inattivo da trent’anni. L’amministrazione di Montebello Jonico ha fortemente sostenuto l’avvicendamento di competenze tra Comune e Autorità. Un passaggio completato lo scorso anno, con la consegna al presidente Mega dell’aree e dello specchio d’acqua. Adesso siamo di fronte a un nuovo corso per un’infrastruttura che si candida a diventare la porta del Mediterraneo. Di questo rilancio, che necessitava dell’impegno dell’autorità di sistema e di risorse adeguate, beneficerà tutto il territorio. Nell’ottica della zes, importanti saranno anche le ricadute sul tessuto produttivo. Ringrazio le tante istituzioni di ogni colore politico intervenute. Esse hanno evidentemente colto l’importanza di questa fase. Ho particolarmente apprezzato la presenza di molti sindaci dell’area grecanica», ha sottolineato la sindaca di Montebello Jonico, Maria Foti.

«È stato importante chiarire che l’erosione costiera non dipende dalla rifunzionalizzazione del porto. Anzi questo importante step, conseguito insieme all’autorità e agli altri attori coinvolti, favorirà il ripascimento delle coste», ha sottolineato ancora la sindaca Maria Foti.

Le cause dell’insabbiamento

«Questi primi interventi sono confortati – ha spiegato il presidente Mario Mega – dagli esiti dello studio che, su incarico della stessa Autorità, sta conducendo l’università Mediterranea. Il primo report dello studio rivela che l’insabbiamento non è legato a un errore progettuale dell’infrastruttura ma a una cattiva gestione dei sedimenti. Il crollo del molo di sottoflutto non è dunque da collegare a problemi di impostazione progettuale.

Dissipato dunque il dubbio che tale fenomeno fosse inevitabile, stante un difetto a monte, gestendo in modo corretto i sedimenti, il porto di Saline potrà essere pienamente ripristinato. Esso potrà tornare alle condizioni e alla profondità originarie e diventare, come nella nostra visione, un porto commerciale con un’area dedicata al diportismo», ha spiegato ancora il presidente Mario Mega.

Cattiva gestione dei sedimenti

«Non trattandosi di errata progettazione del porto ma di cattiva gestione dei sedimenti, sarà necessario, come già si fa nel porto messinese Tremestieri, rimuovere anche a Saline i sedimenti. Nel porto ionico ciò non si è fatto e il continuo accumulo ha portato all’insabbiamento totale del porto e al cedimento di parte del molo di sottoflutto. Con accorgimenti e modifiche dei moli, sarà possibile garantire che il sedimento si accumuli in una zona prima del porto, dalla quale poi potrà essere rimosso periodicamente.

Accertato che il problema può essere superato, con i giusti interventi, la funzionalità del porto potrà essere totalmente ripristinata. Abbiamo avviato già l’iter per le attività necessarie per la riapertura parziale. Non ci sarà, dunque, l’intera larghezza né tutta la profondità necessaria per l’ingresso e la gestione delle navi commerciali. Potremo, tuttavia, provvisoriamente e nelle more del ripristino totale, aprire il porto parzialmente, destinando al diporto la banchina principale rimasta intatta, e sulla quale sarà necessario intervenire solo per il ripristino della testata, realizzando dei posti barca», ha sottolineato il presidente Mario Mega.

I primi interventi

«Un segnale al territorio circa le concrete intenzioni dell’autorità di dare nuova vita a questo porto. Con affidamento diretto abbiamo già dato incarico alla società di fiducia, Ingegneria Wavenergy s.r.l. di Reggio Calabria, di redigere il progetto di fattibilità tecnico-economica per il ripristino della testata del molo di sopraflutto, il dragaggio parziale per la rimozione di parte del sedimento, in modo da ottenere una profondità di tre – quattro metri utile per il passaggio delle barche. Vedremo in fase di progettazione quanto potremo rendere disponibile del molo di sopraflutto. Prevediamo, ma il progetto dovrà confermarlo, di potere creare 100 – 150 posti barca», ha sottolineato ancora il presidente Mega. 

Tempi e risorse

«Contiamo di eseguire i lavori al massimo, entro i prossimi due anni. Allo studio, che già abbiamo affidato e che entro una sessantina di giorni sarà redatto, seguirà il passaggio presso il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e la conferenza dei servizi. La procedura autorizzativa sarà snella poiché trattasi di intervento di adeguamento tecnico-funzionale e di non modifica sostanziale. Successivamente procederemo con la gara di appalto. Se tutti faremo la nostra parte, presumibilmente entro l’anno consegneremo i lavori e, al massimo entro l’anno successivo, il porto sarà parzialmente riaperto. Le risorse per questa prima fase ammontano a 10 milioni di euro.

L’Autorità, pur proponendosi di chiedere il finanziamento al Ministero, metterà in conto l’utilizzo di tale somma per il prossimo anno, attingendo dal suo avanzo di bilancio. Un primo passo importante per rivitalizzare un’infrastruttura strategica per l’autorità e per il territorio. Intanto gli uffici sono già al lavoro per altri interventi sull’illuminazione, sulla protezione del ciglio della banchina e sulla sistemazione del varco di ingresso. La somma di 500 – 600 mila euro è già nel bilancio e gli interventi sono tra quelli di manutenzione in programmazione quest’anno», ha spiegato il presidente Mega.

Il riuso del sedimento

«Altro aspetto di rilievo attiene all’utilizzo che contiamo di riservare al sedimento rimosso. Ci attiveremo per renderlo disponibile per il ripascimento delle coste a Villa San Giovanni e in altre zone limitrofe che ne abbiano necessità e che ci verranno segnalate», ha spiegato ancora il presidente Mario Mega.

Il pieno ripristino

«L’università Mediterranea dovrebbe concludere lo studio entro un paio di mesi. Nel frattempo il porto si avvicinerà ad essere finalmente dotato di un piano regolatore, in vigore dal 2024, nell’ambito del quale prevedere il completo ripristino dell’infrastruttura, con interventi importanti e risorse ingenti. I tempi saranno mediamente lunghi ma noi siamo già al lavoro. Stiamo approvando il documento di programmazione strategica, propedeutico appunto all’adozione del piano regolatore del porto», ha concluso il presidente dell’autorità di sistema portuale dello Stretto, Mario Mega.

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