giovedì,Aprile 25 2024

Porto di Saline, Arena: «Avanti con l’iter per la riapertura parziale» – VIDEO

Anche la Mediterranea, con il gruppo di lavoro guidato dal docente di costruzioni marittime, contribuisce all'obiettivo di rilanciare l'infrastruttura tormentata dall'insabbiamento. Quasi pronto il documento da inviare al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Porto di Saline, Arena: «Avanti con l’iter per la riapertura parziale» – VIDEO

«Siamo in dirittura di arrivo. A giorni sarà inviato a Roma, al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il documento che abbiamo contribuito a stilare e a corredare. In allegato ci saranno una planimetria del porto, alcuni schemi di costruzione, un elaborato meteomarino e la relazione già discussa e condivisa. Mancano solo alcuni dettagli sui capitolati. Un passaggio obbligato nell’iter verso la riapertura parziale del porto di Saline Joniche».

Lo ha spiegato il professore Felice Arena, ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia del dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia, dell’Ambiente e dei Materiali dell’università Mediterranea. È lui a coordinare il gruppo di ricerca incaricato dall’autorità di sistema portuale dello Stretto, presieduta da Mario Mega, di svolgere uno studio sull’infrastruttura compromessa dal fenomeno dell’insabbiamento.

Adeguamento tecnico funzionale

«L’attività in procinto di coinvolgere il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si inquadra nell’ambito di un adeguamento tecnico funzionale. Trattasi, infatti, di ripristino e non di una modifica sostanziale del porto. Praticabile, dunque, il ricorso a questo strumento veloce che consentirà di tornare alla configurazione zero del porto. L’obiettivo è farlo uscire dal limbo in cui ha vissuto finora.

Esso ritornerà così gradualmente a funzionare. Entro fine mese completeremo anche gli studi commissionati a supporto del progetto di fattibilità tecnico-economica. Progetto che poi sarà messo a bando per eseguire i lavori di ripristino della testata del molo di sopraflutto e di dragaggio parziale per la rimozione di parte del sedimento». Lo ha spiegato ancora il professore Felice Arena.

Prosegue, dunque, l‘iter per consentire la riapertura parziale nelle more del piano regolatore e dell’apertura totale dell’infrastruttura. Soltanto lo scorso anno è stato oggetto di trasferimento di competenze dall’amministrazione di Montebello Jonico all’autorità di sistema portuale dello Stretto.

Il piano regolatore prima della riapertura totale

«Siamo in attesa del progetto da mettere a bando per riaprire parzialmente il porto di Saline con 100-150 posti barca entro i prossimi due anni. Intanto abbiamo approvato all’unanimità, il Documento di Programmazione Strategica di Sistema Portuale (Dpss). Esso è strumento essenziale di indirizzo per la successiva redazione dei singoli Piani Regolatori Portuali», ha sottolineato Mario Mega, presidente dell’autorità di sistema portuale dello Stretto.

La situazione dei porti di competenza dell’autorità di sistema dello Stretto – Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Messina, Tremestieri e Milazzo e dal 2022 anche Saline Joniche – è piuttosto variegata. Solo quello di Messina ha un piano regolatore portuale approvato nel 2019. Il piano del porto di Reggio Calabria è invece fermo al 1960.

«Il porto di Saline Joniche, unitamente a quello di Villa San Giovanni, non ha mai avuto un piano regolatore. Quello che verrà al termine dell’iter sarà il primo. Il pieno ripristino del porto di Saline, che nella nostra visione avrà una vocazione commerciale con area di diportismo, dovrà proprio attendere il piano regolatore. I tempi saranno, pertanto, più lunghi», ha sottolineato ancora Mario Mega, presidente dell’autorità di sistema portuale dello Stretto.

Insabbiamento “gestibile”

Intanto incoraggiante è stato il primo report del gruppo di studiosi della Mediterranea che ha chiarito che non un errore progettuale ma una cattiva gestione dei sedimenti è la causa dell’insabbiamento, aprendo dunque la strada alla possibilità del ripristino oggi parziale e in prospettiva totale.

«II porto di Saline ha una tendenza a insabbiarsi. Secondo un nostro studio, sono circa 40mila metri cubi l’anno che il porto intercetta e che dovranno essere gestiti con una sorta di Bypass, come già l’autorità fa nel porto di Tremestieri. Esso ne impedirà l’accumulo», ha spiegato ancora il professore Felice Arena.

Una corretta gestione dei sedimenti, consentirà al porto di operare a pieno regime, mentre gli stessi sedimenti saranno utilizzati per il ripascimento delle coste.

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