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A poche settimane dalle elezioni regionali che hanno confermato Roberto Occhiuto alla guida della Regione Calabria, tornano al centro del dibattito le criticità legate al concorso per dirigenti scolastici, bandito ai sensi del D.M. 13 ottobre 2022, n. 194 e D.D. n. 2788/2023.
Secondo quanto denunciato dai ricorrenti calabresi, la procedura concorsuale avrebbe presentato numerose irregolarità, tanto da aver già prodotto un ricorso amministrativo al TAR del Lazio e una querela depositata alla procura competente, con indagini tuttora in corso.
Al centro delle contestazioni, gli elaborati dei candidati proclamati vincitori, che – secondo i segnalanti – presenterebbero errori morfosintattici, copiature e risposte non attinenti alle tracce, nonostante i punteggi massimi assegnati dalla commissione giudicatrice.
In uno dei casi citati, una candidata avrebbe ottenuto il massimo dei punti nonostante «vistosi errori grammaticali e un’interpretazione fantasiosa della teoria di Mintzberg»; in un altro, una prova ritenuta “fuori tema” sarebbe stata comunque valutata con otto punti su dieci, di cui due su tre per “aderenza al quesito”.
Le segnalazioni, spiegano i ricorrenti, «rappresentano solo la punta di un iceberg di documenti già all’attenzione della magistratura» e pongono gravi interrogativi sulla regolarità delle procedure di selezione e sul rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza della pubblica amministrazione.
I ricorrenti si rivolgono direttamente alle istituzioni:
- al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, chiedendo se siano state avviate le ispezioni promesse nei mesi scorsi;
- al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, sollecitando un intervento politico di chiarezza su una vicenda che coinvolge figure apicali dell’amministrazione regionale;
- al Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, in relazione al presunto conflitto d’interesse legato alla composizione della commissione giudicatrice.
«In Calabria – si legge nella nota – la democrazia e lo stato di diritto non possono restare enunciati astratti. I concorsi pubblici devono rappresentare una garanzia di selezione per merito autentico, non una farsa organizzata per creare finzione e inganno».
Il gruppo dei ricorrenti conclude auspicando che «anche nella nostra regione vengano finalmente applicati, in modo pieno e trasparente, i principi sanciti dalla Costituzione», affinché la scuola calabrese possa fondarsi su criteri di competenza, giustizia e merito reale.