«In una repubblica democratica compiuta recarsi al voto è un diritto dovere, per cui molti hanno combattuto e molti ci hanno rimesso la vita. Noi riteniamo che bisogna andare a votare per dare al mercato del lavoro in Calabria, e in Italia, più stabilità, più certezza e più sicurezza. E, soprattutto, dare l’opportunità ai giovani lavoratori di avere dei lavori certi e sicuri nel tempo». Così il segretario Generale Cgil Calabria, Gianfranco Trotta, che oggi pomeriggio ha partecipato all’Assemblea generale dei gruppi dirigenti della Cgil Reggio Calabria Area Metropolitana per l’avvio della Campagna referendaria, lanciata con lo slogan “Il voto è la nostra rivolta”.

La campagna avviata il 12 e 13 febbraio a Bologna è quindi partita anche sul territorio metropolitano e il segretario generale Cgil Reggio Calabria – Locri Gregorio Pititto ha ricordato quelli che sono i temi al centro del dibattito. «È una campagna referendaria su problematiche delle quali sono consapevoli un po’ tutti, sia i lavoratori che le aziende stesse. Per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, aumentano le malattie professionali aumentano gli infortuni e le morti sul lavoro e questo dare responsabilità solidale alle aziende appaltanti quindi ci consente di poter aumentare quell’attenzione sulla sicurezza che probabilmente viene trascurata perché visto come un costo sul lavoro. Rivendichiamo una modifica anche di quelle che sono le norme a riguardo del precariato. Tutte le normative degli ultimi 20-25 anni che hanno riguardato il mondo del lavoro hanno in qualche modo indebolito il lavoro stesso, rendendo i salari certamente più bassi, e noi in Europa paghiamo lo scotto di essere quella nazione dove i salari sono più bassi, dove la rendita da lavoro è certamente quella più bassa».

Quindi, un insieme di iniziative che aspirano alla costruzione di un nuovo modello e di una nuova impostazione del mondo del lavoro che, per dirla col segretario Trotta, «dia certezza alle lavoratrici e ai lavoratori italiani a quelli calabresi in particolare perché il mercato del lavoro della Calabria è fatto in abbondanza da precariato e lavoro nero, e noi attraversi i referendum togliamo tutte quelle norme che aiutano questo tipo di lavoro».

A livello regionale la campagna è iniziata lo scorso 18 febbraio e adesso la Cgil, con Trotta in testa, sta aspettando la data del referendum, non dimenticando l’altro quesito non proposto dal sindacato ma sul quale la Cgil ha deciso di spendersi: «c’è il referendum sulla cittadinanza che mira ad accorciare i tempi per dare la cittadinanza a uomini e donne che sono già italiani. Noi all’esportazione del modello Albania, in questi giorni è l’anniversario di Cutro – ricorda il segretario regionale -, rispondiamo con i modelli di accoglienza che della Calabria ne hanno fatto una punta di eccellenza, tipo Riace, Camini o Acquaformosa dove I migranti hanno trovato accoglienza, dignità, lavoro, e quella tranquillità per cui sono partiti dai loro stati di origine».

A chi gli chiede se c’è rammarico per l’assenza del quesito relativo all’Autonomia differenziata, Trotta risponde rilanciando: «già la Consulta nella prima sentenza ha minato alla base la legge Calderoli. Certo se ci fosse stato il referendum sull’autonomia avremmo abrogato la legge. Noi però non abbassiamo la guardia, anzi aumentiamo il livello di pressione sul Parlamento e non deponiamo la volontà di lavorare contro l’autonomia differenziata. Metteremo in campo delle azioni, delle mobilitazioni per far sì che il Parlamento abroghi la legge».