Il 2025 si chiude con la posa dei dissuasori attorno all’area archeologica di piazza Garibaldi, nel centro storico di Reggio Calabria. I tesori emersi dagli scavi, conclusi e già visibili da mesi, nonostante i diversi annunci, ormai saranno accessibili nel 2026.

Il parcheggio selvaggio che impediva l’affaccio ha indotto il Comune a ritenere necessario il posizionamento di dissuasori che, seppure liberano uno spazio in prossimità della ringhiera per l’avvicinamento delle persone e la fruizione dell’area dalla ringhiera, in assenza di divieti di sosta e di un ferreo controllo per farli rispettare, tale avvicinamento rimane comunque compromesso dalle macchine che continuano a parcheggiare accanto ai dissuasori. Dunque la problematica non sembra di fatto superata e l’affaccio ancora non liberato dall’assedio delle automobili.

Quasi un anno di attese

Dopo la pausa per la programmazione delle opere di completamento, lo stallo e il subappalto, la ripresa lo scorso gennaio, i lavori di messa in sicurezza degli scavi per la valorizzazione e la fruizione dei resti archeologici avrebbero dovuto essere conclusi lo scorso 31 marzo. È stata necessaria una proroga per attendere le ringhiere, sostituite in corsa quindi la scorsa estate finalmente la conclusione dei lavori e la rimozione dei panelli. Ma ancora l’area non è stata aperta al pubblico.

Per ragioni di sicurezza, lo scorso ottobre il Comune ha ritenuto di disporre una nuova perizia per lavori di finitura e completamento (posa in opera dissuasori e asfalto), relativo all’intervento denominato “Messa in sicurezza scavi piazza Garibaldi, 1° stralcio – Valorizzazione e fruizione resti archeologici”, approvata nelle scorse settimane dal settore Lavori Pubblici del Comune di Reggio.

I nuovi lavori

Tali lavori, intanto, proseguono lungo il perimetro degli scavi dove è stata istallata recinzione in stile liberty ad una distanza dalla stessa di m. 1.20. In posizionamento dei dissuasori, ad interasse di mt. 1.50, in acciaio e verniciato a polveri in colore grigio antracite con cappuccio ornamentale in acciaio alla sommità diametro 90 mm h totale 1000 mm, fuori terra 800 mm. Il tutto per realizzare un percorso pedonale sicuro per la cittadinanza.

I lavori stanno consistendo consistono anche in opere di scarificazione superficiale di pavimentazione stradale bitumata, da effettuare nelle immediate vicinanze degli scavi, eseguita con mezzi meccanici e manuali, compreso il trasporto dei materiali di risulta a impianto di smaltimento autorizzato, nuova pavimentazione bituminosa realizzata con tappeto di usura in conglomerato bituminoso steso con vibrofinitrice, compreso ancoraggio, mano d'attacco e rullatura.

Si tratta di lavorazioni che non erano state incluse nell’appalto originario, tuttavia l’importo necessario, che ammonta a oltre 43mila euro, con esclusione delle opere relative alla copertura della struttura edicola non autorizzate dalla Città Metropolitana, sono stati oggetto di assestamento contabile e sono riconducibili nell’ambito del quadro economico del finanziamento concesso. Trovano dunque piena copertura nel Piano di Sviluppo e Coesione della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

I tesori emersi

Tra le evidenze archeologiche emerse nel corso della campagna scavi conclusa già nei mesi scorsi spicca un tempio di età Augustea, forse di prima età Giulio Claudia, dunque dei primissimi decenni del I secolo d.C., rinvenuto laddove un tempo sorgeva l’area sacra della città antica. Finiti questi interventi, l’area archeologica dovrebbe aprire al pubblico. Viste le circostanze attuali e pregresse, il condizionale è d’obbligo.

Sono in attesa di riprendere anche le indagini archeologiche. Non appena l’area sarà aperta al pubblico, proseguiranno e avranno come perimetro (per ora) quello della stessa area. Un finanziamento straordinario è stato già accordato dal Mic alla soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia ed è pari a 400 mila euro.