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Continua senza sosta la crescita dell’Aeroporto Tito Minniti d Reggio Calabria. Il mese di Luglio ha consegnato all’aeroporto dello Stretto numeri che parlano da soli. Nei trentuno giorni del mese lo scalo ha accolto 93.779 passeggeri sui voli commerciali, con una crescita del 53,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Sommando anche l’aviazione generale, il totale tocca quota 94.103 utenti, mentre i movimenti sono stati 629, anch’essi in aumento del 47%. A trainare sono stati i voli nazionali, che hanno raggiunto 70.862 viaggiatori (+51,8%), seguiti dagli internazionali con 22.917 utenti (+60,6%).
Significativo anche il coefficiente medio di riempimento, stabile sull’84% con picchi all’82% sulla tratta Londra Stansted, segno di una domanda robusta e di un bacino d’utenza che risponde alle rotte disponibili. Se si allarga lo sguardo all’intero 2025, il progressivo annuo certifica la portata del fenomeno: 571.018 passeggeri da gennaio a luglio, il doppio dello scorso anno. Sono numeri che ribaltano l’immagine di uno scalo marginale, riportandolo al centro delle dinamiche di mobilità del Sud e alimentando aspettative che, solo pochi anni fa, sembravano impossibili.
Ma la fotografia luminosa dei dati si incrina se si osserva il fronte dei collegamenti strategici. Proprio mentre il Tito Minniti vola su cifre da primato, ITA Airways riduce drasticamente la propria presenza. Dal prossimo 26 ottobre 2025 e per tutta la winter season il collegamento con Milano Linate scenderà a un solo volo giornaliero, una scelta che colpisce al cuore la continuità dello scalo con il Nord e con i centri di interscambio europei.
Una contrazione pesante, tanto più se rapportata all’andamento della domanda: meno voli quando il traffico cresce significa caricare ulteriormente la pressione sui passeggeri e generare frustrazione diffusa. La compagnia si è difesa con una nota diffusa il 23 agosto, in cui ha richiamato «profitti negativi» sulle rotte calabresi, l’impossibilità di impiegare più aerei a causa di una flotta ridotta e, soprattutto, i vincoli sugli slot di Linate, vincoli imposti dalla Commissione Europea dopo la fusione con Alitalia e non più nella libera disponibilità del vettore.
ITA ha dunque scaricato parte della responsabilità su Bruxelles, disegnando un quadro in cui la compagnia appare costretta dalle regole a razionalizzare l’offerta. Ma il contrasto resta e rimbalza con forza: da un lato passeggeri e voli in impennata, dall’altro riduzione di frequenze su quella che è da sempre la rotta vitale per i viaggiatori dello Stretto. È questo paradosso che rende oggi la vicenda dell’aeroporto uno dei temi più discussi e più percepiti dall’opinione pubblica.
Intanto, mentre il dibattito sui collegamenti si accende, l’aeroporto cambia volto. Lo scorso 27 maggio sono stati avviati i lavori per la nuova aerostazione: un progetto che ridisegnerà completamente il Tito Minniti, con un terminal moderno, 5mila metri quadrati su tre livelli, nuove aree partenze e spazi panoramici pensati per accogliere fino a un milione di passeggeri all’anno entro il 2027. SACAL ha fissato un cronoprogramma serrato, con l’obiettivo di consegnare la struttura entro la fine del 2025.
Il presidente Sacal Marco Franchini ha ribadito gli obiettivi strategici: crescita degli investimenti complessivi, incremento dell’offerta e qualità dei servizi come chiave per attrarre nuove rotte. Le gru e i cantieri diventano così il simbolo di un rilancio tangibile, che si affianca alla crescita dei numeri e prova a trasformare la percezione stessa dello scalo, da “aeroporto minore” a hub mediterraneo con ambizioni di lungo periodo.
Tutti questi elementi si intrecciano e fanno dell’aeroporto uno dei temi caldi della prossima campagna elettorale regionale. Perché al di là delle dichiarazioni e degli schieramenti, i fatti sono sotto gli occhi di tutti: un’infrastruttura che cresce nei passeggeri e si rinnova nelle strutture, ma che al tempo stesso vede tagliata la propria connettività primaria. È questo scarto, tra attese di sviluppo e limiti nei collegamenti, che rischia di pesare nelle urne.
Lo Stretto torna ad essere, oltre che un confine geografico, anche un banco di prova politico, dove tutto ciò che ruota intorno all’aeroporto diventa simbolo di quanto la Calabria riesca a essere davvero connessa con il resto del Paese.