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Scilla e Bagnara Calabra, le due perle tirreniche della provincia reggina, si affacciano sullo stesso mare e condividono la bellezza intensa della Costa Viola. Eppure, tra le due località esistono differenze profonde, percepibili già al primo impatto. Le divide una manciata di chilometri, ma a separarle è soprattutto il modo in cui hanno imparato a raccontarsi – o a non farlo – nel tempo.
Scilla è oggi una delle mete balneari più frequentate della Calabria. La sua spiaggia raccolta, la rupe del castello, il borgo di Chianaela con le case sul mare, le foto da cartolina: è un luogo che affascina e attira turisti da tutta Italia e non solo. Già da maggio i suoi lidi si riempiono, e nei weekend estivi parcheggiare diventa complicato. Il turismo è continuo, costante, ben alimentato da una narrazione visiva forte e coerente che ha reso Scilla facilmente riconoscibile ovunque.
Bagnara Calabra, più estesa come superficie e come abitato, segue invece un’altra traiettoria. Il suo lungomare si apre su una spiaggia ampia, che accoglie bene il flusso di bagnanti, ma con ritmi molto più distesi fino alla seconda metà dell’estate. Giugno e inizio luglio scorrono tranquilli, offrendo spazio e silenzio. Poi, ad agosto, la città esplode letteralmente di vita: giovani da tutta la provincia e non solo riempiono i lidi, i locali sul mare si animano con musica, aperitivi, eventi serali. Il turismo cresce in modo verticale, trasformando Bagnara in un punto di riferimento per l’estate reggina, soprattutto per chi cerca mare, festa e socialità senza rinunciare alla qualità.
Anche i prezzi riflettono questa doppia anima. A Scilla, una giornata al mare può costare mediamente tra i 25 e i 35 euro per un ombrellone e due lettini, con cifre che possono superare i 40 euro in alta stagione o in prima fila. A Bagnara, invece, le stesse dotazioni si trovano in media tra i 12 e i 20 euro, con offerte anche più vantaggiose nei giorni feriali. Il risparmio è evidente, ma non è solo una questione economica: è una diversa idea di fruizione del mare, più rilassata a inizio stagione, più vivace e coinvolgente ad agosto.
La ristorazione è un altro punto di forza per entrambe le località, ma con approcci differenti. A Scilla, soprattutto nella zona del borgo, l’offerta è fortemente orientata al turista: locali affacciati sull’acqua, menù studiati per i visitatori, ambientazioni curate e atmosfera da “esperienza”. A Bagnara, invece, la qualità della cucina non solo è alta, ma radicata profondamente nella storia del territorio. Qui si trovano ristoranti raffinati, terrazze panoramiche, specialità marinare d’eccellenza – a partire dal pescespada, simbolo gastronomico e culturale del borgo. La tradizione culinaria bagnarese è riconosciuta e consolidata, e include anche una storica arte dolciaria. La differenza, semmai, sta nel fatto che a Bagnara questa qualità è spesso vissuta e tramandata più che promossa.
Ed è proprio qui che si inserisce una riflessione più ampia: perché, a parità di mare, bellezza e servizi, Bagnara risulta ancora meno attrattiva – almeno sul piano percepito – rispetto a Scilla? La risposta sta nella capacità di racconto. Scilla ha saputo promuoversi, costruendo un’immagine immediata e forte. Bagnara, al contrario, sembra ancora trattenere un potenziale inespresso: le sue eccellenze ci sono, ma spesso non vengono comunicate con la stessa efficacia. Manca una narrazione strategica, una visione turistica integrata capace di valorizzare il suo patrimonio, la sua cucina, la sua ospitalità e il suo paesaggio.
Il confronto tra le due località non è una competizione, ma piuttosto il riflesso di due identità. Scilla ha scelto – e raggiunto – un certo tipo di visibilità e riconoscimento, con i pro e i contro che questo comporta. Bagnara offre un’esperienza più autentica, rilassata a inizio estate, esplosiva e vibrante ad agosto, ma ha bisogno di crederci di più, di investire sulla propria immagine, senza snaturarsi. La Costa Viola, in fondo, è tutta lì: un tratto di costa che parla più lingue, che si lascia vivere in modi diversi. A ognuno la scelta della propria estate.

