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Un brindisi che chiude l’estate e insieme apre nuove prospettive per la Calabria. La quarta edizione di AmaraCalabria ha trasformato il Lungomare di Reggio in un grande laboratorio di gusto, in cui la mixology è diventata linguaggio universale per raccontare un territorio che custodisce nel bicchiere le proprie radici.
Sul palcoscenico esclusivo del Piro Piro, quasi quaranta bartender provenienti da tutta Italia si sono sfidati a colpi di shaker, confermando un trend ormai cristallizzato: gli amari calabresi non sono più soltanto un rituale di fine pasto, ma ingredienti nobili di una miscelazione contemporanea che conquista pubblico e critica.
A condurre la serata, il poliedrico Marco Mauro, capace di accompagnare con leggerezza e ritmo una competizione che ha visto in campo talento, passione e tecnica. Il regolamento, come da tradizione, ha lasciato spazio a ogni interpretazione, purché il cuore del drink fosse legato agli amari calabresi. Una libertà creativa che ha reso l’evento ancora più spettacolare, alimentando l’attesa del pubblico e la curiosità della giuria tecnica, affiancata anche da una giuria popolare chiamata a premiare la capacità di emozionare al primo sorso.
Nel cuore della manifestazione, le voci della giuria hanno scandito il senso profondo della sfida. «Oggi celebriamo la calabresità, ma con uno sguardo nuovo – ha sottolineato Angelo Canessa, giurato e Brand Education Manager Velier -. L’amaro non è più un dogma, non è solo fine pasto: stiamo rompendo gli schemi e comunicando fuori dalla regione un microcosmo gastronomico tra i più complessi d’Europa. Con questi cocktail stiamo nobilitando il cibo, la gastronomia e l’esperienza del bere».
Parole che vanno dritte al punto, perché riconoscono come il rischio non sia dentro AmaraCalabria, bensì fuori: la sfida è proteggere un patrimonio di prodotti unici da rappresentazioni mediocri, comunicando invece il meglio che il territorio esprime.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Nino Rossi, Chef e Presidente della giuria, ha dato la misura della crescita. «La Calabria in questi anni si è fatta portatrice del verbo dell’amaro, e questa edizione è la consacrazione di un percorso. Il parterre di produttori è vastissimo, i bartender tantissimi. Ci aspettiamo grandi rivoluzioni anche in questo campo, perché l’amaro è da sempre colonna portante del bar. Con questa manifestazione, diventa una presenza merceologica unica».
Un’affermazione che sposta il baricentro della manifestazione: non più solo evento di settore, ma vetrina nazionale per aziende e professionisti. Assieme a Rossi e Canessa, a ricercare talento, tecnica e visione fra i vari candidati anche Jimmy Bertazzoli, mente – fra le tante – di Beat Bar Italia; la giornalista di Cook_inc Greta Contardo; Gil Grigliatti, Gourmet ed Expert Velier.
Marco Pistone, co-organizzatore e patron di AmaraCalabria parla di come l’evento sia ormai diventato «una piccola istituzione. Replicare ogni anno significa dare spazio a tante realtà e promuovere la Calabria che produce e lo fa bene. È una giornata di sinergia, divertimento e ospitalità, che mette insieme aziende, territorio e bartender. Gli amari non sono solo dopo pasto, ma complementi straordinari nella miscelazione». Le sue parole raccontano un progetto che non si limita a celebrare, ma costruisce legami concreti tra produttori e interpreti, creando un ecosistema che valorizza l’intera filiera.
Il momento clou è stato il verdetto finale: a vincere questa quarta edizione è stato Marco Crucitti, bartender reggino, che ha portato sul palco non solo un cocktail vincente, ma anche la storia di una tradizione familiare. «Sono felicissimo, è un risultato per me inaspettato. Porto avanti la seconda generazione di locali a Reggio Calabria, e questo premio è una grandissima soddisfazione. Vuol dire che il lavoro fatto in questi anni ha dato frutti e che anche gli addetti ai lavori mi riconoscono delle qualità. Non riesco a descrivere a parole quanto sia contento», ha detto con emozione. Una vittoria che diventa racconto di continuità, di passione tramandata e di nuove prospettive per la città. Sul podio, al secondo posto, Andrea Calvarano, seguito dal “bronzo” di Vasile Vidrasco e dal quarto posto di Amilcare Toscano.
In pochi anni AmaraCalabria è passato dall’essere un esperimento coraggioso a un palcoscenico consacrato per le eccellenze calabresi. La terza edizione del 2024 aveva segnato un salto di qualità, consacrando l’amaro calabrese nel panorama nazionale; la quarta, con il successo di pubblico e la partecipazione di decine di professionisti, lo proietta definitivamente oltre i confini italiani. Un trend ormai cristallizzato, che porta la Calabria al centro della mixology europea e rende gli amari ambasciatori autentici di una cultura del gusto capace di coniugare tradizione e innovazione.