giovedì,Aprile 25 2024

Beni confiscati e Pnrr, Calabria tra le regioni con più domande di finanziamento

Presentate 128 istanze finanziamento su 605 totali. Metrocity concorre con la richiesta di dieci interventi per un investimento complessivo di 5 milioni di euro

Beni confiscati e Pnrr, Calabria tra le regioni con più domande di finanziamento

Calabria terza regione per numero di immobili ancora in gestione, con 1953 unità in carico all’agenzia nazionale, e seconda per numero di beni destinati con 3098 unità immobiliari, di cui però continua a rimanere di difficile ricostruzione la mappatura dell’assegnazione e dell’effettivo riutilizzo sociale dei beni destinati. Eppure sarebbe proprio questo lo scopo ultimo della legge e di tutti gli attori nel tempo costituiti per perseguirlo, ai quali sta per aggiungersi l’Osservatorio Permanente sulla raccolta dei dati relativi ai beni sequestrati e confiscati, visto che evidentemente l’Agenzia nazionale non bastava, oggetto del protocollo d’intesa siglato proprio qualche settimana fa.

Proprio alle amministrazioni del Mezzogiorno destinatarie di beni sottratti al malaffare, chiamate ad assegnarli per fini sociali a cooperative o associazioni o a riservarli per fini istituzionali, ricadenti nel Mezzogiorno è stato rivolto l’avviso del Ministero per il Sud e per la Coesione Territoriale, finanziato nell’ambito della missione 5 Inclusione e Coesione del Pnrr, Investimento 2 – Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea – Next Generation Eu. La Calabria ha partecipato con 128 domande sulle 605 totali e, dopo Sicilia e Campania, è stata tra le regioni più propositive.

Calabria propositiva

Nel dettaglio, 528 richieste riguardano l’avviso pubblico dal valore di 250 milioni di euro, mentre 77 domande sono rivolte alla partecipazione alla procedura negoziata che assegnerà ulteriori 50 milioni di euro. Tra le 528 relative all’avviso più corposo, 121 provengono dalla Calabria (7 sono state le domande per la procedura negoziata), 155 dalla Sicilia, 145 da Campania; regioni queste che, rispetto alla nostra, hanno anche un numero superiore di beni immobiliari confiscati insistenti sui territori, rispettivamente 9729 e 3685, e ancora in gestione all’Agenzia nazionale.

La Sicilia resta prima anche per numero di immobili destinati, oltre 7400; su questo fronte Calabria e Campania sono molto vicine con oltre tremila beni immobiliari passati dalla gestione dell’Agenzia nazionale a quella degli enti locali. Nel dettaglio dei territori, la città Metropolitana di Reggio Calabria è terza, dopo Palermo e Napoli, per numero di immobili confiscati ancora in gestione all’Agenzia, che non arriva a 1150 (349 nel solo territorio comunale reggino), e invece seconda dopo Palermo per immobili destinati con oltre 2100 unità immobiliari uscite dalla gestione dell’Agenzia. Di questi 516 insistono nel solo territorio comunale reggino. Resta ignoto, come già evidenziato, il dato dell’assegnazione e dell’effettivo conseguente riutilizzo sociale.

La mancata mappatura sull’effettivo utilizzo sociale

Dunque tra gli immobili già destinati risultano anche beni non assegnati, degradati da incuria e inutilizzo, oppure assegnati e sul punto di essere restituiti perché consegnati in condizioni precarie e adesso non più gestibili, oppure consegnati ma mai effettivamente resi fruibili per la comunità. C’è anche chi dopo avere recuperato a proprie spese un bene consegnato in condizioni assai precarie e averlo riutilizzato socialmente, chiedendo adesso un supporto per interventi di ammodernamento e messa in sicurezza non più differibili, non riceve alcuna risposta dall’Amministrazione.
Una varietà di situazioni che sui nostri territori abbonda e alla quale è necessario porre rimedio.

La proposta di Metrocity

Metrocity, a conclusione di un percorso partecipativo con le realtà del Terzo Settore reggino – attori virtuosi da anni impegnati nell’ambito della gestione dei beni confiscati sul territorio come Adspem a Reggio Basket in Carrozzina, dal Club Alpino alla Croce Rossa, dal Consorzio Macramè a Isesp, Naima e Rose Blu – ha compiuto un piccolo primo passo presentando richiesta di finanziamento per dieci beni, con un investimento complessivo di cinque milioni di euro.

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