giovedì,Aprile 25 2024

Congresso Lega, insuccesso di Saccomanno e Recupero: il partito reggino è una polveriera

Il Carroccio celebra il primo congresso cittadino con soli 80 aventi diritto al voto. Disertano i big. Da Minasi a Spirlì, passando per Imbalzano e Minicuci, in troppi hanno deciso di rimanere a casa. Critiche alla gestione Recupero

Congresso Lega, insuccesso di Saccomanno e Recupero: il partito reggino è una polveriera

Può definirsi «un successo» un congresso cittadino che snatura se stesso e designa nel suo Consiglio direttivo 4 componenti sue 6 della provincia? A sentire il commissario regionale della Lega Giacomo Francesco Saccomanno e il Segretario Provinciale Franco Recupero, quello celebrato domenica a Reggio – il primo congresso cittadino della Lega – oltre ad una «numerosa partecipazione» è stato contrassegnato da «grande serenità e voglia di costruire». La versione di “palazzo” sulla costruzione della nuova organizzazione del carroccio calabrese, però, non sembra trovare riscontro nei militanti di ieri e di oggi.

Una situazione che, a ben vedere, e con una sola eccezione, non muta da provincia a provincia. Forse proprio per questo, il Commissario Saccomanno «ha ringraziato tutti per la responsabilità dimostrata e per la grande ed inaspettata partecipazione che hanno dimostrato che il movimento è vivo e che è pronto alle tante sfide che ci saranno per la rinascita della regione». Al di là delle formule di rito, la tensione all’interno della Lega calabrese si taglia con il coltello. Basti pensare che il congresso di Cosenza non si è celebrato per i noti fatti che hanno contraddistinto i giorni immediatamente precedenti l’elezione del segretario cittadino, con l’espulsione di Emilio Greco – uomo voluto dalla parlamentare Simona Loizzo – da parte del Comitato disciplinare di garanzia del Carroccio. Che a Catanzaro si è consumato l’ennesimo “sfregio” ai danni del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che ha visto il suo candidato alla segreteria cittadina superato da un lametino (Giuseppe Folino). Che a Vibo le tensioni registrate nelle ultime ore potrebbero avere uno strascico extra con la sconfitta di Michele Pagano, storico militante che organizzò gli incontri dell’estate calabrese del capitano Salvini, e la vittoria di Mino De Pinto. Che a Reggio, dove vince il 73enne Nicola Barreca, con una partecipazione da riunione di condominio, 4/6 del Consiglio direttivo non è della città. Con la magra consolazione che l’unico congresso unitario calabrese si è svolto a Crotone dove è stato eletto Antonio Mungari.

Impreparati

D’altra parte, che la situazione fosse al limite lo si capisce dal tenore delle comunicazioni inviate dal Commissario regionale ai militanti ed agli eletti, informati dell’urgenza di dover celebrare i congressi. Nella nota del 7 dicembre scorso Saccomanno aveva infatti spiegato che i congressi avrebbero dovuto svolgersi già ad ottobre 2022 e che le tornate elettorali (regionali 2020 e 2021 e politiche 2022) non hanno consentito una strutturazione del partito. Insomma, «il partito era a “zero”» quando si insediò il professionista della Piana, e tutto da ricostruire: «Nel mese di luglio, comunque, sono state approvate le sezioni per come stabilito dalla normativa. Nei mesi di settembre e ottobre 2022, verbalmente, ho chiesto una proroga dei congressi segnalando la diversa situazione della Calabria, ma senza alcun riscontro. In considerazione di tali situazioni ho chiesto, dopo un sollecito dell’08.11.2022, al Responsabile Federale, Maurizio Bosatra, una proroga al fine di poter definire al meglio i congressi».
In altre parole il Commissario avrebbe voluto più tempo soprattutto per «dare a tutti la possibilità di tesserarsi e partecipare» in un percorso che si sarebbe dovuto concludere – tra richieste e ammissioni di nuovi militanti e riconoscimento delle nuove sezioni – soltanto dopo giugno 2023. Il rischio che Saccomanno avrebbe voluto evitare è proprio quello solito dei pacchetti di tessere che poi decidono i congressi. Ma la richiesta è stata rispedita al mittente con l’imperativo della nuova scadenza: «I congressi vanno fatti entro il 31 dicembre 2022».

Il Commissario però ha insistito chiedendo ai primi di dicembre come avrebbe dovuto comportarsi in relazione alle richieste di militanza di amministratori preannunciate ad ottobre e di altre pervenute alla Segreteria Regionale ai primi di novembre, essendo in corso le operazioni relative ai congressi. «Ciò – scriveva Saccomanno – al fine di non alterare la regolarità degli stessi».

«Mi è stato comunicato – proseguiva il Commissario nella missiva – che il termine per la verifica ed approvazione dei nuovi militanti doveva avvenire entro 60 giorni e che questi dovevano, a seguito dell’approvazione, versare la quota, ritirare la tessera, registrala a sistema e, comunque, prima dell’invio delle convocazioni». Praticamente una cosa ormai temporalmente impossibile. Quindi, l’unica strada da percorrere erano proprio i congressi. E così è stato.

La polveriera Reggio: i big restano a casa

L’entusiasmo fatto trapelare dal segretario provinciale Franco Recupero stona però con i numeri registrati e con le ingombranti assenze al primo congresso cittadino della Lega. I malpancisti ormai non si contano e sono pronti a vuotare il sacco. Sono tanti quelli che hanno declinato l’invito a partecipare. E la cosa complica di molto il quadro generale di un partito che comunque è al governo. Basti pensare che sul territorio metropolitano gli aventi diritto al voto sono soltanto 80, divisi tra zona jonica (25) zona centro (30) e zona tirrenica (25). Degli aventi diritto hanno votato soltanto in 40 e nel computo finale risultano anche una decina di schede bianche.
Il candidato era solo colui che è risultato eletto, Nicola Barreca. Ma in lizza, poco prima della chiusura dele candidature c’erano anche una vecchia conoscenza della politica cittadina rispondente al nome di Michele Marcianò, Cetty Satriano, e il consigliere comunale Giuseppe De Biasi. Alla fine nessuno dei tre presenterà la candidatura in una mal celata polemica con il segretario provinciale Franco Recupero che ha dovuto anche registrare il ritiro di un’altra candidatura che con una piccata nota recapitata in segreteria ha parlato dei criteri del tesseramento «offensivi» oltre che inadeguati per l’assise che si doveva celebrare. In tal senso non sono da escludere ulteriori strascichi sulla vicenda.
Ma la cosa che più di tutte forse rende l’idea della scarsa condivisione del percorso congressuale è proprio la mancata partecipazione al congresso dei cosiddetti big. Defezioni si sono registrate nella quasi totalità del direttivo provinciale del Carroccio – Francesco Macrì ex sindaco di Locri, Renato Bellofiore ex sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pirrotta ex consigliere provinciale e Antonino Coco ex responsabile sanità -, ma hanno marcato visita anche la senatrice Tilde Minasi, l’ex facente funzioni Nino Spirlì, il referente cittadino Emiliano Imbalzano, l’ex assessore villese Francesca Porpiglia, l’ex candidato sindaco e consigliere comunale e metropolitano Antonino Minicuci insieme al collega Giuseppe De Biasi. E lo stesso Saccomanno, racconta chi c’era, ha portato un saluto “istituzionale”, senza però fermarsi per esprimere il proprio voto.

Insomma al di là dell’esiguo numero di tesserati aventi diritto al voto – 80 su una popolazione di oltre 500 mila abitanti – ciò che colpisce è l’enorme numero di eletti, e non, che hanno deciso di starsene a casa comodamente in poltrona a vedere la finale dei Mondiali di calcio piuttosto che andare a votare. Un dato che al pur tifoso Salvini sicuramente non piacerà. Senza parlare poi del fatto che la Lega della città di Reggio, nel suo consiglio direttivo, composto da sei persone, ne conta ben 4 che vengono dalla provincia (senza nulla togliere alla provincia) e che uno dei due membri reggini è la moglie del segretario provinciale Franco Recupero. Ma l’importante è dire che si è trattato di un successo con «una numerosa partecipazione».

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