Il punto di partenza è un dato: l’Italia resta uno degli ultimi Paesi europei in cui l’educazione alle relazioni e all’affettività non è obbligatoria. Un vuoto che contrasta con le raccomandazioni dell’UNESCO, che definisce questa forma di educazione un diritto legato alla salute, un elemento chiave per l’uguaglianza di genere e un obiettivo collegato all’Agenda 2030.

L’appuntamento vuole essere un momento di confronto aperto, che riunirà esperte, professioniste e tutte le persone interessate. L’obiettivo è analizzare i fattori che caratterizzano anche il contesto socio-economico ed educativo locale, discutere gli aspetti relazionali e mettere a fuoco possibili interventi da attivare sul territorio.

L’incontro si concentrerà in particolare sulla prevenzione, ritenuta una parte essenziale nella lotta alla violenza, e sulla necessità di introdurre percorsi educativi strutturati che accompagnino ragazze e ragazzi nello sviluppo delle relazioni e dell’affettività.

L’appuntamento del 28 novembre rappresenta, per gli organizzatori, un’occasione per costruire un quadro condiviso di proposte da trasformare in iniziative concrete rivolte alla comunità locale.