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«La vittoria di Occhiuto è un po’ divisa nelle tre circoscrizioni, perché per esempio nella zona nord Tridico comunque ha tenuto, ha mantenuto comunque un equilibrio perché la vittoria nella circoscrizione nord è nell’ordine di 2-3 punti percentuali, al centro assume già la linea del dato complessivo, ma la grande vittoria di Occhiuto è nella circoscrizione sud e non può non tener conto del fatto che sancisce una cosa che già si poteva ipotizzare, e cioè che il “signore della politica” reggina e il “mazziere” di quelle che saranno poi le scelte che riguarderanno il territorio reggino, fra tutte le comunali prossime, è nelle mani del coordinatore regionale di Forza Italia, Francesco Canizzaro, perché è incredibile il dato sul Reggio, che è 65-35, mentre su Cosenza siamo a 52-48, e su Catanzaro siamo in linea col dato regionale.
Quindi i numeri spessissimo ti anticipano rispetto alle idee, rispetto alle tue sensazioni, i numeri sono quelli che poi in qualche maniera determinano gli esiti e sono evocativi di quello che è stato poi il premio a una proposta politica».
Il quadro venuto fuori dall’esito del voto è dipinto da Emiliano Imbalzano, analista politico noto in città, per aver ricoperto anche ruoli istituzionali in passato. Uno che ha molta confidenza coi numeri e soprattutto una passione sfrenata per la politica e le sue dinamiche. Profondo conoscitore della realtà reggina e calabrese, Imbalzano incorona Cannizzaro quale vero vincitore, insieme ad Occhiuto, delle elezioni regionali.
«Con Forza Italia al 18%, la lista del Presidente è quella che ha sbaragliato tutti. Nessuno poteva immaginare, tranne poi chi ha lavorato a quegli obiettivi, che potesse prendere addirittura una cifra elettorale maggiore di Fratelli d’Italia o alla Lega: è stata la vera sorpresa di questo esito elettorale.
I partiti hanno delle performance diverse, circoscrizione per circoscrizione, perché la Lega va bene nella circoscrizione sud, dove si attesta intorno al 15%; su Catanzaro galleggia, ma è un po’ deludente rispetto a quello che si pensava, perché comunque il Presidente del Consiglio Mancuso che è il Segretario Regionale aveva organizzato una lista molto forte, mentre il dato su Cosenza è marginale, è il minimo purtroppo, è quello che ha condizionato poi l’esito per il Carroccio.
Come detto Forza Italia esplode su Reggio e provincia. In alcuni comuni è chiaro che sulle proporzioni impattino i candidati di area. Faccio però l’esempio di Villa San Giovanni che è un comune strategico per la questione Ponte e tutto il resto, Forza Italia da sola ha preso più di PD e 5 Stelle messi insieme, quindi comunque è vero che lì c’era un candidato di area nella lista Tridico, però poi nelle analisi bisognava anche tenere conto di queste cose per verificare il gradimento della proposta politica complessiva».
Si può dire che Noi Moderati ha conseguito un risultato insperato, ancorché auspicato da Maurizio Lupi?
«Per Noi moderati questo risultato in realtà, non tenendo conto degli esiti circoscrizionali è ingannevole, perché Noi moderati fa un risultato straordinario nella circoscrizione centro e un risultato accettabile sotto la metà del 4% nelle altre due circoscrizioni. Però, per questa legge elettorale un po’ curiosa e che in qualche maniera tiene conto di alcuni parametri che potrebbero anche essere rivisti rispetto alla proporzione dell’esito elettorale, rispetto ai territori, trainata dal successo su Catanzaro, Noi moderati mette dentro il seggio e, curiosamente per un decimale, che poi ci sarebbe anche da divertirsi a guardare l’analisi del voto, il secondo seggio in quota maggioritaria va su Cosenza, e non lo prende Reggio che registra una cifra non proprio altissima».
Rispetto alla distribuzione dei seggi, ad ogni tornata elettorale per le regionali, bisogna mettersi a studiare, e a volte interpretare, la legge elettorale. A volte ancora, mi raccontavi, si incorre in veri e propri paradossi come per il secondo seggio attribuito al Pd a Reggio…
«Guarda, è la bizzarria di chi ama i flussi elettorali e queste cose qui. Io un po’ guardavo i dati, perché da innamorato guardavo tutti gli esiti, e questa cosa la seguivo con attenzione, e mi immaginavo anche i candidati stessi che facevano il tifo per superare l’altro. Invece io guardavo un’altra partita, perché la cifra del Pd a Reggio Calabria avrebbe permesso il secondo seggio. Io guardavo che più voti prendeva Ranuccio e più permetteva al Pd di prendere il secondo seggio, cosa che poi è accaduta tecnicamente, perché quei 300 voti di differenza hanno permesso il secondo seggio e hanno permesso con una percentuale forse dell’1%, o poco meno dell’1%, di acquisire in maniera insperata il secondo seggio su Reggio Calabria, perché nella scorsa legislatura il Pd fece il raddoppio su Cosenza e su Catanzaro e non raddoppiò su Reggio. Questa volta ha raddoppiato solo una volta e ha raddoppiato solo su Reggio, proprio per questo meccanismo, cioè i 300 e passa voti in più di Ranuccio hanno permesso il secondo seggio a Falcomatà. È un paradosso molto simpatico».
A proposito di centrosinistra, e della debacle che lo ha interessato, alcuni hanno sostenuto che le liste, al di là di quella del Pd, non fossero così forti. Sei d’accordo?
«Non sono molto d’accordo, perché la misura della competitività è data dai nomi che compongono le liste, per esempio nel Cosentino tutti i candidati di area hanno avuto tutti risultati importantissimi. Nel Cosentino Tridico è prossimo al 50%. Il centrosinistra va malissimo nella circoscrizione sud, forse al 35% e comunque nelle liste c’erano tutti ex amministratori o attuali amministratori, quindi il concetto di debolezza non so a cosa si possa riferire, perché il concetto di debolezza mal si concilia con la presenza di cariche elettive o di cariche istituzionali. C’era un uscente che è Muraca, poi il sindaco metropolitano e il sindaco di Reggio Calabria, nella storia una figura così non c’è mai stata e credo che dal punto di vista del potere sia la massima espressione provinciale.
Poi c’era un consigliere metropolitano che è Ranuccio, che ha goduto anche di un sostegno di un’area del partito che poi l’ha candidato, ma poi abbiamo Bovalino, abbiamo tutte le cariche elettive importanti, abbiamo l’assessore comunale, parliamo del Pd, ma ci possiamo spostare nella lista Tridico, con amministratori, ex assessori, attuali amministratori di Reggio Calabria, consiglieri comunali, consiglieri di altri comuni importanti della provincia, ma possiamo andare in Democratici progressisti che è un po’ la seconda costola del Pd, e anche lì ex assessori regionali, ex assessori comunali… le liste sono fatte dal punto di vista formale bene e poi però c’è l’esito elettorale che dice un’altra cosa, dice che comunque c’è un orientamento che premia i temi che sono stati posti all’attenzione degli elettori nella circoscrizione sud e premia in maniera spaventosa una proposta ben precisa.
Faccio però un’analisi, cruda, sui numeri, senza interpretazioni, il candidato Salvatore Cirillo di Forza Italia, da solo ha preso la stessa cifra elettorale del Sindaco metropolitano e di Ranuccio. Ma prende anche una cifra elettorale maggiore di Sarica e Neri, che sono candidati cittadini, messi insieme. Insomma se un trentenne di Caulonia prende la stessa cifra di Falcomatà e Ranuccio in città, c’è un problema serissimo, evidentemente, nella proposta politica. Se si vuole, chi dovrà farlo e capirlo, farà un bagno di umiltà…»
Ti stai riferendo al Partito Democratico?
«Il Partito Democratico ha preso il 18%, fra sei mesi alle comunali si dovranno riorganizzare».