In un momento in cui si pensa alla gestione autonoma dello scalo c’è chi rimprovera a Metrocity di essere rimasta fuori da Sacal inizialmente. La memoria evidentemente tradisce molti. Fece discutere, appena dopo la nascita della Città metropolitana di Reggio, il mancato ingresso in Sacal, da parte dell’Ente, con un aeroporto reduce dalla gestione Sogas. Una ricostruzione necessaria dopo i botta e risposta e le accuse che si sono susseguite nei giorni passati e che hanno visto da un lato la Filt Cgil e dall’altro la task force.

Il no dei revisori contabili

In realtà, dal punto di vista giuridico, la scelta della neonata Città metropolitana di Reggio non fu sconsiderata. Furono i revisori dei conti della Città metropolitana a dare il parere negativo per l’entrata in Sacal, considerando che la società aveva chiuso in passivo tre esercizi consecutivi e , in questi casi, l’ente locale non può entrare. In quel momento il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà non se la sentì di votare contro un atto frutto del lavoro di soggetti deputati a vagliare la validità degli atti. Qualcuno spingeva comunque per l’ingresso considerando che il parere dei revisori è obbligatorio, ma non vincolante. A rischio e pericolo dell’Ente. Una mancata entrata alla quale si sarebbe potuto rimediare in seguito. E così è stato.

I tentativi d’ingresso in Sacal

Si parte malissimo con l‘avvento di Sacal ad agosto 2019 con la società di gestione dello scalo reggino che esclude da una riunione il sindaco Falcomatà, nonostante palazzo Alvaro avesse dato un contribuito con finanziamenti e servizi per la salvaguardia e il rilancio dell’aeroporto reggino. Rimandati i tentativi di avvicinamento.

A dicembre 2020 Metrocity aveva annunciato la creazione di un team di esperti per il rilancio dell’aeroporto di Reggio Calabria. E il primo cittadino reggino aveva fissato un incontro col presidente di Sacal, Giulio De Metrio.

Il sindaco Falcomatà era ben intenzionato a programmare un ingresso: «Obiettivo che è possibile raggiungere solo attraverso un programma serio di sviluppo che guarda all’aerea dello Stretto – aveva chiarito all’epoca – come alveo naturale da valorizzare in termini di collegamenti e di infrastrutture, anche prevedendo una presenza all’interno dell’organigramma di Sacal da parte della Città Metropolitana di Reggio Calabria». Obiettivi inizialmente condivisi con il Presidente De Metrio.

La rottura

Lo stesso sindaco, nel 2021, aveva messo sul tavolo di Sacal 2 milioni di euro senza avere alcuna risposta. Mai aperta la manifesta d’interesse per l’acquisizione di quote (fatta poi ma solo per chi era già tra i soci)

Forse la mancata risposta, come stigmatizzato dal sindaco Falcomatà, era dovuta al fatto che Sacal era intenzionata a privatizzare la società, cosa che poi fece nel dicembre dello stesso anno. Sempre nel 2021 la frattura.

Il cambio al vertice, con l’arrivo di Franchini per la gestione delle vicende Sacal, scatta nel 2022. Una figura a cui Metrocity prova a dare fiducia. Capitolo, anche in questo caso, evidentemente chiuso, con le ultime dichiarazioni del ff di Metrocity Carmelo Versace. Quindi la direzione presa è adesso quella di una gestione autonoma. Un po’ come ha chiesto il consigliere Massimo Ripepi nel sit in al Tito Minniti, invocando l’uscita da Sacal. Sull’aeroporto forse si può remare tutti nella stessa direzione.

A sedare le polemiche sindacali la nota di ieri sera firmata dal segretario generale Cgil dell’area metropolitana Gregorio Pititto, che parla del “Tito Minniti” come di «un valore aggiunto». E scrive in un comunicato: «L’Aeroporto dello Stretto vive da anni, nonostante gli sforzi delle istituzioni territoriali e dalle organizzazioni sindacali, una condizione statica di abbandono», quello che serve è «sedersi ad un tavolo, con tutti gli attori interessati, per trovare le giuste strategie di sviluppo di una infrastruttura nevralgica ed essenziale per la crescita del territorio. Se ciò non dovesse concretizzarsi, sarebbe utile iniziare ad immaginare una soluzione alternativa, che punti ad una governance indipendente dell’Aeroporto dello Stretto, specificamente ancorata agli interessi del territorio».