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Non è solo un ricorso. È il futuro prossimo di Reggio oggi che dipenderà dalla decisione di oggi. La Corte di Cassazione si esprimerà sul ricorso presentato da Giuseppe Falcomatà e dagli altri ex componenti della sua giunta dopo la condanna in appello per il caso Miramare.
Il processo Miramare
Un processo per il quale in appello era arrivata la conferma della condanna per abuso d’ufficio per il sindaco di Reggio Calabria e gli assessori Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti. Stessa sorte anche per il segretario comunale Giovanna Antonia Acquaviva, per la dirigente comunale del settore “Servizi alle imprese e sviluppo economico” Maria Luisa Spanò e per l’imprenditore Paolo Zagarella.
Il processo era nato dalle accuse di abuso d’ufficio e falso per presunte irregolarità nelle procedure di affidamento del Grande Hotel Miramare, assegnato a Paolo Zagarella e all’associazione “Il sottoscala”.
Gli scenari di oggi
Oggi la Suprema corte potrebbe accogliere il ricorso presentato ad aprile dagli avvocati di Falcomatà che, in questo caso, farebbero valere la prescrizione e il sindaco finirebbe il periodo di sospensione. Venute meno le conseguenze della legge Severino, il sindaco tornerebbe a pieno titolo a palazzo San Giorgio e a palazzo Alvaro per Metrocity.
Nel caso di inammissibilità del ricorso del sindaco sospeso diverrebbe definitivo il giudizio di incandidabilità con esclusione dalla carica che riguarderebbe, per la Severino, solo gli enti locali.
Con la condanna definitiva cadrebbero dunque i due vice sindaci, Paolo Brunetti per il Comune e Carmelo Versace per la Città metropolitana. Comune e Metrocity rimarrebbero commissariati. Un commissariamento destinato a non durare molto perchè in primavera le nuove elezioni si potrebbero far coincidere con le elezioni europee.
Il commissariamento
Ma non è tutto. A proposito di commissariamento a decidere è chiamata la prefettura di Reggio che, in teoria, potrebbe chiedere a Paolo Brunetti di rimanere a gestire la città fino a nuove elezioni, evitando così di affidare il Comune a un commissario.
Il futuro di Reggio
Ma come si arriva a questa giornata tanto attesa sul fronte politico da tutti gli schieramenti? Da una parte il centrodestra in attesa di poter rialzare la testa, convinto di vincere a botta sicura in caso di elezioni. Dall’altra il centrosinistra desideroso di poter dire ancora qualcosa, nonostante le tante incompiute, negli anni che restano. Potrebbero in ogni caso esserci ancora meno che anni alla fine della legislatura Falcomatà. In attesa della decisione del primo processo è arrivato per il sindaco sospeso il secondo rinvio a giudizio, per il caso Miramare bis. La trafila con un solo imputato potrebbe non essere poi così lunga e si arriverebbe a sentenza in pochi mesi. E l’ultimo tassello è l’invio degli atti alla Procura, in relazione alla posizione di Falcomatà, deciso dal giudice del tribunale di Reggio per la vicenda dei brogli.
Nel frattempo in città c’è chi da tempo scalda i motori per le elezioni: il riferimento non è a Lamberti Castronuovo che ha aperto sei mesi fa la sua segreteria politica, ma a Massimo Ripepi che cerca di trovare consensi per la sua linea, che toglie potere ai partiti e la candidatura per Altenativa popolare. Su tutto però aleggia lo spettro di Giuseppe Scopelliti che sabato sera ha raccolto nostalgici e speranzosi di cambiamento, sempre nel nome di ciò che fu, ma ormai un ventennio fa.