Non v’è dubbio che i vincitori morali e materiali di questa tornata elettorale stiano tutti sotto la bandiera di Forza Italia. Il presidente Roberto Occhiuto ha del resto aumentato le sue preferenze, passando dal 54 al 57%, anche grazie all’opera incessante del coordinatore regionale Francesco Cannizzaro che mette a segno un altro successo elettorale spacchettando i voti di Forza Italia in tre liste che complessivamente raggiungono il 30% delle preferenze, facendo segnare tra le sue fila anche il più votato in assoluto, l’assessore uscente all’agricoltura Gianluca Gallo, nella circoscrizione nord, mentre a sud il primato va a Salvatore Cirillo che di voti ne ha presi 19 mila circa.

Restano scottati da questa tornata elettorale alcuni big dell’area bruzia, basti pensare a Katia Gentile che dopo aver scelto la Lega rimane fuori al pari di Giuseppe Graziano e Davide Tavernise che si consola con l’aumento dei consensi personali. Flop invece per Enza Bruno Bossio che dopo le polemiche relative alla sua candidatura tra i dem deve accontentarsi del secondo posto dietro Rosellina Madeo.
Al centro, successo di Marco Polimeni, capogruppo azzurro al comune di Catanzaro, delusione invece per la sottosegretaria Wanda Ferro che, sacrificatasi per la causa, si vede superata dall’uscente Antonio Montuoro, ma rimane senza scranno l’altro uscente, l’avvocato Antonello Talerico fermato a qualche centinaia di voti dal traguardo.

Ha mantenuto le promesse Maurizio Lupi che aveva pronosticato un sorprendente Noi Moderati che infatti piazza ben due consiglieri a palazzo Campanella con Riccardo Rosa nella circoscrizione nord e una vecchia conoscenza della politica regionale, Vito Pitaro, eminenza grigia della politrica Vibonese, eletto con 12mila voti, più della metà dei quali solo in provincia di Vibo. Tra i dem confermato Ernesto Alecci, ma non Raffaele Mammoliti, rimasto fuori come Francesco De Nisi, Michele Comito e Antonio Lo Schiavo.

Nella circoscrizione Sud a parte Cirillo, confermato il blocco azzurro con Giannetta e Crinò. Stessa sorte per Giovanni Calabrese in Fratelli d’Italia, mentre nella Lega fa segnare un exploit l’uscente Mattiani che aumenta il suo score personale scalzando i colleghi di partito, Caterina Capponi che era assessore uscente e Pino Gelardi che invece era capogruppo.
Infine, una menzione al testa a testa appassionante tra i due sindaci Giuseppe Falcomatà e Giuseppe Ranuccio che si è concluso con la vittoria di quest’ultimo che però non chiude le porte di Palazzo campanella al primo cittadino di Reggio, unico rappresentante della città metropolitana in Consiglio regionale. E questo dovrebbe fare riflettere…